Cultura e Spettacoli

Ada è la bimba-agnello

Da ieri è in distribuzione nelle sale italiane ‘Lamb’, opera prima di Valdimar Jóhannsson, regista islandese; il film è stato presentato alla 74esima edizione del Festival di Cannes, dove si è aggiudicato il Premio per l’Originalità. Ambientata in Islanda, l’opera, che si ispira al folclore locale, apparterrebbe al genere horror. Il condizionale è dovuto al fatto che, pur trattando un tema inquietante dai risvolti omicidi (un uomo-ariete fa ingresso in un ovile, dove si accoppia dando vita a bizzarro ibrido di sesso femminile con testa e braccio destro da agnello), la pellicola di Jòhannsson non trasmette ansia. O forse sì, guardando le cose con gli occhi degli Islandesi, questo popolo misterioso e quieto, sensibile e avaro di parole. Meglio così. Lo stesso soggetto in mano agli statunitensi, fra colpi di scena che non sorprendono nessuno, effetti speciali di dubbio gusto e luoghi comuni a iosa, non toccherebbe la platea come invece riesce a fare Jóhannsson. Il regista islandese non serve l’orrore su un vassoio e tanto meno lo tira addosso al pubblico, semmai lo centellina, sparpagliandolo qua e là con tocchi leggerissimi per tutta la durata del film, prima di svelarlo negli ultimi tre minuti. In questa sottile operazione Jóhannsson trova il miglior alleato nella scenografia sottilmente inquietante del desolato eppur fascinoso entroterra islandese. Il senso di una natura affatto lieta e potenzialmente letale è percezione faticosa che intride questi 120’ di buon cinema giustificando pienamente la sanguinosa svolta conclusiva. Fiaba horror senza lieto fine o morale consolatrice,  ‘Lamb’ racconta pure una storia d’amore e una storia di diversità : Maria e Ingvar, due contadini-allevatori che vivono lontanissimi da ogni centro abitato, trovano in Ada (la bimba-agnello) il figlio che non hanno mai avuto. Il loro amore è tenero, così autentico che la piccola Ada si spoglia di ogni mostruosità anche agli occhi dello spettatore. Ma del guscio bestiale la bimba sembra involontariamente rivestirsi nel momento in cui si ripresenta il padre (il mstro) a strapparla ai genitori adottivi anche a costo di versare sangue. ‘Lamb’ infine funziona anche per la bontà del cast : Noomi Rapace, attrice svedese di successo (“Uomini che odiano le donne”, “La ragazza che giocava con il fuoco”, “La regina dei castelli di carta”, “Sherlock Holmes – Gioco di ombre”…) imprime al personaggio di Maria il giusto timbro, questo mix di pacato calore femminile e di malinconica resa alla solitudine che lo scenario naturale evoca con forza. Completano l’essenziale cast i dignitosi Hilmir Snær Guðnason(Ingvar) e Björn Hlynur Haraldsson(Pétur).

Italo Interesse

 


Pubblicato il 1 Aprile 2022

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