Cronaca

Addio al capannone, ma niente dormitori: i migranti dicono la loro

Ancora incontri e confronti tra migranti reclusi nel capannone ex Set con sindaco Decaro e assessora Bottalico. E così sembrano accorciarsi i tempi per il trasferimento degli extracomunitari sistemati temporaneamente nella tendopoli all’incrocio tra Corso Mazzini e via Brigata Bari, nel rione Libertà a Bari che, come ha fatto sapere l’assessore all’Accoglienza Bottalico, entro la fine di questo mese dovranno traslocare in un dormitorio alla estrema periferia nord della Città, verso Palese Santo Spirito. Un tempo che sembra infinito ai migranti che prima aspettavano l’appalto per la fornitura delle case prefabbricate/baraccopoli che il primo cittadino sta per servire su un piatto d’argento (d’accordo con la Prefettura) non senza proteste. Di contro c’è, come confermano i centoventi e passa ragazzi di colore, l’esigenza di porre fine all’esperienza della tendopoli, soprattutto a causa di diverse denunce e segnalazioni per le condizioni strutturali ed igienico sanitarie insostenibili. Questo conferma, sostengono ancora i migranti e i volontari al lor fianco, quanto la tendopoli istituzionale allestita nel novembre 2014 dal Comune, insieme con la prefettura di Bari, fosse sin dall’inizio non consona ad una seconda accoglienza dignitosa. E riguardo la nuova struttura di Bari Palese disponibile ad accoglierli? Ebbene, il Comune ha assicurato che rimarrà aperta per tutta la giornata e potrà essere autogestita con il gestore/proprietario dell’immobile. Quindi non si tratterà di un dormitorio solo per pernottare. Inoltre lo stesso Ente ha ribadito la temporaneità della scelta, almeno finché non sarà disponibile una sistemazione permanente. <>, spiegano i volontari da sempre in prima linea sulla vicenda. Affinché il tutto possa concretizzarsi, molto importante è stata la richiesta degli stessi migranti di sottoscrivere con l’amministrazione comunale un accordo/protocollo che garantisca tutto quello che si è concordato verbalmente. <>, sostiene Gianni De Giglio, di ‘Rivoltiamo la precarietà”. Ancora in prima linea, appunto, sperando e credendo in “…una soluzione positiva di questa vertenza”.

Francesco De Martino


Pubblicato il 8 Marzo 2016

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