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Addio Cassa Prestanza: niente più prelievi dalla busta paga dei dipendenti

Un altro passo decisivo della Cassa Prestanza al Comune di Bari verso la esalazione dell’ultimo respiro, considerato che anche le bombole d’ossigeno portate al suo capezzale dopo i due ultimi consulti urgenti tra amministratori e sindacati del mese scorso, non hanno sortito gli effetti sperati. E adesso è linea piatta sui monitor tenuti a vista dai dipendenti comunali baresi. I quali già a partire da questo mese, massimo dal prossimo, potrebbero non versare più la loro quota ‘pro-capite’ a beneficio della stessa Cassa Prestanza, prelevata direttamente in busta paga in proporzione alla qualifica e al livello ccupato all’interno dell’Amministrazione. Ma chiusa la pratica versamenti, si chiedono ora tutti quanti, cosa accadrà per quelli più anziani che magari per trent’anni – …o più – hanno versato miglia e migliaia di euro a beneficio dell’organismo pensionistico e mutualistico, aspettando di ricevere capitale e interessi al momento della sospirata quiescenza? Il presidente-assessore e vicesindaco Pierluigi Introna per ora, avendo accertato i danni, ha deciso almeno di sospendere i prelievi dallo stipendio dei dipendenti municipali, riservandosi di decidere al più presto coi loro rappresentanti sindacali cosa fare. Magari se restituire subito, secondo parametri da stabilire, una percentuale del capitale versato, facendo i conti con quanto è attualmente in cassa, magari aggiungendoci i 500mila euro devoluti e tornati da poco tra le poste del bilancio, dopo essere stati sospesi in seguito alla interrogazione presentata dai consiglieri 5stelle quando presidente era l’assessore Angelo Tomasicchio. Dunque, solo cattive notizie per amministratori e iscritti della Cassa, con i dipendenti-iscritti che non potranno più arrotondare la loro liquidazione come sperato dopo anni e anni di versamenti con tanto di prelievo dai loro già alquanto magri stipendi, anche se già gira voce che molti starebbero decidendo di affidare diritti e rivendicazioni ai loro legali, così come hanno già fatto diversi colleghi in passato. Per troppo tempo, infatti, i ‘comunali’ baresi hanno continuato a versare il 3% dello stipendio nella Cassa e ora non sarà certo facile accettare condizioni che, volere o volare, imporranno non poche rinunce rispetto al capitale versato a beneficio di una cassa mutualistica gestita, in ogni caso, in maniera abbastanza opaca, specie in passato. In ogni caso lo stesso Comune, per bocca del Sindaco e del suo vice Introna,  hanno fatto sapere che a limitare le perdite potrebbe essere il passaggio della cassa nell’istituto del Walfare aziendale, anche se la ipotesi è stata bocciata dai due esperti incaricati in quanto ritenuta impraticabile. Eppure c’è chi non si vuole rassegnare alla scomparsa dell’organismo mutualistico comunale e dopo aver proposto solo il congelamento dei versamenti in corso, ora si intestardisce nuovamente sulla pista del cambio di statuto della stessa cassa. Pista che alcuni sindacati hanno battuto per diverso tempo, con scarsissimi risultati, come s’è visto, non riuscendo mai a modificare i criteri di liquidazione che tenessero conto solo di quanto versato e degli interessi, salvando i cespiti già impegnati. Ad appesantire il fardello, peggiorando una situazione già deteriorata, l’interrogazione presentata tempo fa dai consiglieri 5Stelle, che interessarono la Procura della Corte dei Conti per accertare se il comportamento tenuto dall’Ente nelle persone dei soggetti coinvolti (Sindaci, Dirigenti Ripartizioni, Direttori Generali, Segretari Generali, Revisori dei Conti) e dagli organi della Cassa Prestanza e cioè Presidenti (Sindaci o delegati), Consigli di Amministrazione, Collegio dei Sindaci revisori, Assemblee dei Soci, dalla data di istituzione della Cassa Prestanza, sia stato legittimo oppure no. In una parola, se sussiste ipotesi di danno erariale e se sono stati rispettati i principi di trasparenza e buon andamento dell’Amministrazione. Nell’attesa, per maggiore sicurezza, meglio chiudere battenti e rubinetti per non peggiorare una istituzione che in altri enti – …e per diversi decenni –  ha consentito al personale più oculato di godere delle cure dentistiche e perfino di acquistare una casa in proprietà (in comode a rate) e fino a due-tre anni fa era ancora un ottimo arrotondamento per pensione e liquidazione, finanche al Comune di Bari…

 

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 3 Agosto 2018

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