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Aeroporti di Puglia: “Privatizzazione e fusione? Proprio come fosse roba loro…”

Monta ogni giorno di più il caso della privatizzazione di “Aeroporti Puglia”, la società che gestisce gli scali aeroportuali civili in Puglia, specie dopo l’ultima per conoscere i dettagli dell’operazione saltata fuori quasi alla chetichella, presentata dal gruppo regionale dei Conservatori e Riformisti Zullo, Congedo, Manca, Perrini e Ventola. “Privatizzazione e fusione di Aeroporti di Puglia con la napoletana Gesac, decisa dopo un incontro in Fiera tra il presidente Emiliano e Ravanelli, amministratore delegato di F2i (società che ha la regia dell’operazione), appaiono come se Emiliano stesse gestendo la vendita di casa sua!””, attaccano subito assai duro i consiglieri di opposizione di via Capruzzi. Invece per loro “”….bisogna ricordare al Presidente che stiamo discutendo di una società con un capitale di circa 13milioni di euro, di proprietà al 99,4 per cento della Regione, quindi di proprietà di tutti i pugliesi. Bisogna anche ricordare che lo Statuto AdP prevede espressamente che la cessione delle quote azionarie ai privati debba avvenire con procedura di evidenza pubblica e quindi comportamento istituzionale corretto avrebbe voluto che il presidente riferisse prima in Consiglio dei progetti futuri su AdP. E un comportamento “democratico”, tanto caro al presidente, avrebbe comportato che questo argomento fosse portato all’attenzione della comunità pugliese attraverso le famigerate sagre e gli importanti forum. In questo caso, invece, stranamente Emiliano non si è comportato né in modo istituzionale, né democratico… nella migliore delle ipotesi come se fosse al bar a parlare con qualche amico. Nel peggiore da “lobbista”, eppure proprio da candidato presidente aveva già sbandierato di esserne contro, proponendo una legge contro le lobby””. Inutile dire che, a questo punto, su privatizzazione e fusione i consiglieri di centrodestra chiedono che venga fatta chiarezza in aula, senza venir meno alle esigenze di pubblicità e trasparenza. Il governatore, invece, ha dato ancora una volta dimostrazione di incoerenza tra la sua propaganda di guerra alle lobby e quello che di fatto è avvenuto in un incontro tra la (legittima) partecipazione del rappresentante di un potente Fondo di Investimento e (l’inopportuna) partecipazione all’incontro di un Presidente di Regione che si proclama contro le lobby. Curioso sarebbe adesso comprendere chi, come e quando ha valutato analiticamente la convenienza economica dell’operazione in Regione, magari con particolare riferimento alla congruità del prezzo di vendita, alla tutela dei diritti consolidati in capo a personale e fornitori contrattualizzati, allo sviluppo strategico dell’aeroporto e della intermodalità trasportistica pugliese. Zullo e compagni nell’interrogazione hanno chiesto anche perché non è stata condotta un’indagine di mercato che per la globalizzazione dei trasporti avrebbe potuto costituire un più vantaggioso rapporto con altro soggetto europeo o extraeuropeo, se non addirittura una vera e propria gara ad evidenza pubblica al fine di comparare qualità e prezzo dell’alienazione. In teoria, la privatizzazione di una società importante come AdP per l’economia pugliese dovrebbe avvenire attraverso il coinvolgimento della collettività pugliese e infine, perché no?, attraverso l’indizione di un referendum, atteso che la privatizzazione non è stata considerata nel programma elettorale. Solo teoria, appunto, tanta ma tanta teoria.

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 11 Ottobre 2016

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