Cronaca

Aeroporti di Puglia: quattro scali tra poche luci e tante ombre

 

Novità in vista per governare meglio gli scali aeroportuali pugliesi? Ci scava dentro il presidente del gruppo Area  Popolare alla Regione Puglia, Giannicola De Leonardis. “Sono favorevole a un nuovo corso per Aeroporti di Puglia, società per la quale da anni auspicavo una nuova “governante”, con un Consiglio di Amministrazione al posto della figura dell’Amministratore unico, a prescindere da valutazioni e qualità personali, per garantire una maggiore collegialità in decisioni di importanza strategica per il presente e il futuro della Puglia. Ma alla luce delle recenti esperienze, degli errori commessi e delle scelte operate (spesso discutibili), auspico che il nuovo CdA preveda la partecipazione di professionisti di riconosciuta eccellenza e capacità, espressione delle tre grandi aree nella quale la regione può essere idealmente divisa”. Ma cosa fare, per cambiare? “Con il coinvolgimento attivo pure dei presidenti delle Camere di Commercio, dei presidenti delle Amministrazioni provinciali e dei sindaci, chiamati a fornire indicazioni, nominativi e curricula per una degna rappresentanza territoriale, per l’elaborazione di strategie di promozione, sviluppo e marketing e pianificazioni all’altezza delle aspettative e delle potenzialità di ogni angolo di Puglia, senza penalizzare scali a scapito di altri (come è avvenuto per il ‘Gino Lisa’ di Foggia): traducendo così la diversificazione, la pluralità di proposte e offerte in una ricchezza e non in un tabù incrollabile. Ben venga poi  la disponibilità all’ingresso dei privati, soprattutto dopo che la ‘Brexit’ rischia di far lievitare le tariffe delle compagnie ‘low cost’ britanniche, e di rendere –conclude De Leonardis- ancora più un’incognita il contratto che lega AdP con Ryanair: anche in questo caso una vera apertura alla concorrenza e un coinvolgimento operativo nella gestione, sia pure in una quota minoritaria, può solo migliorare un modello che ha presentato luci e ombre”. Insomma, sarà difficile intonare musica diversa ad Aeroporti di Puglia, nonostante le speranze di De Leonardis. Ad esempio, il modello gestionale è sempre lo stesso: si penalizza il lavoro dipendente, ma non ci si pone il problema di ridare efficienza al sistema aeroportuale e di tagliare i costi esosi della classe dirigente. Fuor di metafora, i vecchi nodi sul personale alle dipendenze della società che gestisce gli aeroporti civili pugliesi, si sono ancora più attorcigliati, che al timone ci siano i vecchi o nuovi top-manager scelti da chi comanda di volta in volta alla Regione Puglia, socio di maggioranza al 99 per cento. Da non scordare, poi, la principale criticità, ovvero la necessità impellente di rendere finalmente efficiente ed efficace l’attività del trasporto aereo sul territorio regionale. “Nelle regioni settentrionali – ha chiosato non molto tempo fa il segretario Cisl Aldo Pugliese – si mettono in atto distretti aeroportuali volti a creare un sistema di trasporto aereo competitivo a livello europeo. Intanto, qui in Puglia, due aeroporti su quattro, peraltro strategici dal punto di vista economico ed infrastrutturale, restano inattivi e i due funzionanti vedono calare in maniera preoccupante il flusso passeggeri, il che si riflette anche dal punto di vista finanziario sulle sorti di AdP. E, a tal riguardo, non tragga in inganno la tanto pubblicizzata chiusura in attivo (1 milione di euro) del bilancio 2012, giacché troppo in fretta si è dimenticato che è stata la Regione a sborsare, di tasca propria, ovvero nostra, i 12 milioni per incentivare la compagnia Ryanair. Come dire: si privatizzano gli utili e si socializzano le perdite”. “Aeroporti di Puglia – riattacca Pugliese – pensa che l’unico sistema gestionale applicabile si quello che prevede lo sfruttamento, fino allo sfinimento, dei lavoratori dipendenti, applicando le più svariate tipologie di contratti. Tuttavia non si procede mai a una seria verifica e al conseguente, corposo taglio degli stipendi della classe dirigente. Da quanto si è appreso a mezzo stampa, ultimamente è andato in scena qualche piccolo sacrificio, che certamente, però, non ha intaccato le privilegiate condizioni che i dirigenti di AdP continuano a conservare. Per dirla tutta, sarebbe opportuno rendere pubblico l’importo della buonuscita erogata all’ormai ex presidente di AdP, Domenico Di Paola. Fanno ancora drizzare le orecchie, insomma, gli stipendi di manager e dirigenti della società regionale di gestione aeroportuale pugliese, i più alti in assoluto tra quelli delle altre aziende regionali. E mentre il nuovo amministratore delegato Giuseppe Acierno sta cercando di porre riparo, il direttore generale Marco Franchini vanta una busta paga record, con 28mila euro lordi al mese, pari a 364mila euro all’anno, più un premio di risultato che per il 2011 ammontava a circa 50mila euro. E così il manager veronese prestato alla società pugliese mette in tasca 414mila euro in dodici mesi, superato dall’ex amministratore barese Mimmo Di Paola per circa 60 mila euro. Poi ci sono i cespiti degli altri funzionari, dal caposcalo Maurizio Cipriani (104mila euro), al direttore tecnico Donato D’Auria (130mila), fino al direttore amministrativo Patrizio Suma, con busta paga da 260mila euro l’anno, oltre al solito premio di produzione. Stipendi davvero troppo alti rispetto a quelli percepiti dalle fasce di personale impiegatizie ed esecutive. Che poi, per dirla tutta, costituiscono la vera ossatura nei quattro scali aeroportuali in Puglia…

 

Antonio De Luigi


Pubblicato il 30 Giugno 2016

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