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“Affaire” Newo, un “no” inutile del consiglio comunale

Una seduta del consiglio comunale barese, quella di lunedì pomeriggio, per dire “No” all’inceneritore ad ossi-combustione della Newo, ma che in realtà non servirà ad alcunché, perché tutte le autorizzazioni amministrative necessarie alla realizzazione dell’impianto ed alla sua successiva messa in esercizio sono state già tutte rilasciate. Una vicenda che, dunque, appare paradossale in quanto l’amministrazione Decaro pur dichiarandosi, negli ultimi tempi, contraria al progetto presentato dalla società della famiglia Chirò ne ha promosso a tutti i livelli la sua realizzazione, prima di far approdare nell’aula “Dalfino” un Odg su cui potesse pronunciarsi l’Assemblea cittadina. Infatti, come è ormai noto, lo scorso 25 gennaio la Regione Puglia ha rilasciato alla Newo l’ok definitivo alla messa in funzione dell’impianto di via Luigi Corigliano, nella zona industriale di Bari, conseguito con il parere favorevole della Via (Valutazione d’impatto ambientale) e la conseguente Aia (Autorizzazione integrata ambientale). Atti, questi ultimi, a cui si è giunti anche in virtù del parere favorevole del Comune di Bari che, nello scorso mese di novembre, ha licenziato positivamente il progetto e l’istanza della Newo, dopo un iter procedurale ed un’istruttoria durati circa due anni e nel corso della quale il sindaco Antonio Decaro e la sua amministrazione, da ciò che si vuol far evincere, sembrerebbe che non abbiano avuto alcun ruolo nella vicenda. E ciò, fino a quando, non è scoppiata in modo plateale la protesta dei Comuni limitrofi, capitanata dal Primo cittadino di Modugno, Nicola Magrone, che, “carte alla mano”, ha evidenziato la pericolosità dell’impianto proposto dall’azienda foggiana nella zona industriale tra Bari e Modugno, per l’eccessiva vicinanza a zone fortemente urbanizzate, quali per l’appunto la stessa città di Modugno, oltre che per i quartieri baresi a ridosso della zona industriale, ovvero il San Paolo, lo Stanic, Fesca-San Girolamo e l’ex frazione costiera di Palese. Ed a questi si aggiungano anche i Comuni di Bitonto, Palo del Colle, Bitetto e Binetto che sarebbero direttamente interessati, parimenti al Capoluogo pugliese ed al Comune di Modugno, da eventuali fumi nocivi alla salute che conterrebbero microparticolato, ovvero una sostanza composta da micro particelle tossiche praticamente impercettibili alle strumentazioni per i rilievi di natura ambientale. Dal dibattito svoltosi ieri pomeriggio (ndr – per chi legge martedì) nell’aula “Dalfino” è emerso che  questa vicenda avrebbe un sapore alquanto kafkiano, poiché sembrerebbe che a guidare il Comune di Bari non sia affatto il sindaco e l’esecutivo, ma i dirigenti delle competenti Ripartizioni comunali, che si farebbero carico, come in questo caso, di decisioni anche di natura prettamente politica che dovrebbero, invece, essere in capo al Primo cittadino ed alla sua giunta. “Ma – si chiedono finanche semplice e sprovveduti cittadini – è credibile tutto ciò?”. Infatti, come ha rilevato e rivelato la scorsa settimana, nel corso di un’apposita conferenza stampa, l’ex presidente del consiglio comunale Pasquale Di Rella, il dirigente della Ripartizione Ambiente, l’ing. Vincenzo Campanaro, aveva messo al corrente, sia pur per conoscenza, il sindaco Decaro della vicenda ed, in particolare, di alcune “prescrizioni” imposte dal Comune alla Newo per il rilascio del parere favorevole all’impianto da parte dell’Amministrazione barese. Prescrizioni che, per quanto è dato sapere, riguardavano sia l’applicazione di una tariffa agevolata per lo smaltimento nel proposto inceneritore dei rifiuti conferiti dall’Amiu, ossia dall’Azienda di raccolta e smaltimento partecipata dal Comune di Bari, data per scontato che sarebbe stata per i Chirò la principale fornitrice di rifiuti nell’impianto barese, sia la realizzazione a carico della richiedente Newo di un parco giochi per bambini su un’area pubblica. Iniziative, queste, che – anche agli occhi di comuni cittadini – sarebbe paradossale se siano state prese in autonomia dal dirigente-tecnico, senza alcun confronto la politica del Comune, ovvero il sindaco e l’assessore al ramo, Pietro Petruzzelli. E su queste “stranezze”, nel suo intervento di ieri in aula consigliare, l’ex presedente Di Rella ha puntato pesantemente il dito, al punto da rivolgere al sindaco Decaro una serie di domande finalizzate a capire se il Primo cittadino barese sia stato tenuto all’oscuro sulla vicenda dal dirigente Campanaro, per l’intera durata dell’iter procedurale della pratica Newo, oppure è lo stesso Decaro ad essersi “svegliato tardi” sulla questione e mentire spudoratamente alla Città. Un “risveglio” tardivo, verosimilmente provocato dalle poteste degli altri sindaci dei Comuni limitrofi e degli ambientalisti, che però potrebbe costare caro ai cittadini baresi, se il Tar (Tribunale amministrativo regionale) dovesse rigettare il ricorso che l’amministrazione Decaro ha preannunciato di voler intentare per bloccare l’allestimento e la successiva attivazione dell’inceneritore di via Corigliano. Infatti, se i Tar-Puglia rigettasse l’eventuale ricorso del Comune, l’impianto della Newo verrebbe realizzato. In caso contrario, ossia se fosse accolto, il Comune di Bari sarebbe sicuramente chiamato a risarcire i danni all’azienda dei Chirò che hanno già ottenuto tutti i permessi necessari all’attività di ossi-combustione dei rifiuti. Ma ciò che appare ancor più grottesco nella proposta del sindaco Decaro di attivare il Tar, per l’annullamento dell’autorizzazione integrata ambientale rilasciata dalla Regione Puglia, e che il Comun e di Bari faccia ricorso contro se stesso, avendo a suo tempo dato l’assenso alla Regione per la costruzione di quel impianto. E su questo l’amministrazione Decaro, con la messa in scena di tale farsa, sta sicuramente rasentando il ridicolo. Infatti, la vicenda si svolgendo nei giorni di Carnevale e con la speranza che “l’affaire” non si concluda con uno scherzo di cattivo gusto a danno degli incolpevoli cittadini baresi.

 

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 13 Febbraio 2018

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