Cultura e Spettacoli

“…affiorano indomabili / emozioni opalescenti.”

Domenica sera al Forma era in cartellone Michele Perruggini, affermato batterista barese, che presentava ‘Attraverso la nebbia’ (Abeat Records), sua prima incisione nella doppia veste di compositore ed esecutore. Forgiato da molti anni di jazz, blues, etno rock, musica d’autore e per il teatro, anni spesi studiando sotto maestri valenti e collaborando con artisti di grido, Perruggini giunge maturo al suo esordio. L’esperienza gli suggerisce l’urgenza di circondarsi del meglio dei musicisti di area pugliese. ‘Attraverso la nebbia’ raccoglie Mirko Signorile al pianoforte, Giorgio Vendola al contrabbasso, Vincenzo Abbracciante alla fisarmonica, Nando Di Modugno alle chitarre, Cesare Pastanella alle percussioni, Maurizio Lomartire alla viola, Gaetano Simone al cello,  Fabrizio Signorile al violino, Leo Gadaleta che ha curato l’arrangiamento degli archi ed altri ancora. Un ensemble d’eccezione che esalta la vena creativa di un Perruggini delicato e fine, sempre limpido e poetico e che ai tortuosi saliscendi dell’avanguardia o della sperimentazione preferisce l’appagante senso della misura indicato dai Maestri. Cinquantasette minuti di buona musica che nasce da un profondo interrogarsi e da un appassionato rispondersi. Il disco si apre con  ‘Attraverso la nebbia’, title-track in cui si asciuga la poetica di tutta l’opera : Al magnifico incipit al pianoforte, segue un corale di notevole spessore che poco a poco assume vigore senza mai smarrirsi sino al termine. Il successivo ‘Verso la follia’ presenta un arrangiamento piuttosto elegante e si distingue per una ripartenza ritmica felicemente ariosa. ‘Torno a casa’ racconta un rientro che sembra avvenire dopo un tempo lunghissimo ; di colore tenero, trova nel finale un’evoluzione serena. A seguire, ‘Aria per me’, ispirato da seduzioni paesaggistiche ; brano gaio e brioso, caratterizzato da svolte morbide, mai brusche.  E’ poi la volta di ‘Gli occhi di un bambino’, dal carattere personale ; un inno alla smarrita innocenza, un inno nostalgico, un ritrovare il candore dello sguardo infantile col magone dei primi capelli bianchi. ‘Odore di pioggia’ è ordine di pensieri ispirato dal carisma un po’ intimidente di madre natura. Con ‘Soul night’ la mente corre all’altra parte dell’Atlantico, tuttavia l’oceano raffredda qualcosa. L’ottava composizione (‘Danza sulle foglie’) ripropone il tema della natura : una bellissima danza di luce fra chiaroscuri che eccita la ‘parola’ del pianoforte e dei fiati. Ancora la natura esercita il ruolo di musa ispiratrice in ‘Sei petali blu’ : qui la forza della nota si fa beffe della più alta parola nell’esprimere il languore d’amore fra sospiri ed inquietudine. Ne ‘Il tuo respiro’ l’autore si chiude in sé stesso ; la malinconia cadenza il ricordo. Si ripresenta lo stesso tema in ‘Tra i percorsi delle fate’, un altro brano di sapore autobiografico : lo scatolone dei giochi da bambini viene dissepolto e l’emozione si fa vertigine. Chiude il disco ‘Nei meandri dell’anima’, dove Perruggini con pacatezza mette a nudo la sua anima di musicista, di uomo e di poeta. Quest’ultima natura  viene anche affidata ad alcuni versi di accompagnamento al disco : ‘Da che ricordo / mi svolgo nella nebbia… affiorano indomabili /emozioni opalescenti”.  

 

Italo Interesse

 

 

 

 


Pubblicato il 5 Maggio 2015

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