Agrimuseo, il nemico della ruspa
Si parla spesso di specie a rischio estinzione e allora la mente corre al leopardo delle nevi, alle balene, alle api. Ma a essere a un passo dalla fine sono pure le piante. Di alcune di esse, per esempio, si è già illanguidito il ricordo. Sapevate, per esempio, che in Puglia sono oltre cento le varietà di fico? Eppure frutti come la ‘rigata’ del Salento dicono qualcosa solo a pochissimi. A San Ferdinando bisogna rivolgersi a un anziano per distinguere i frutti di un comune albero di pere da ‘i perazze’, varietà selvatica di cui saranno rimasti in vita non più di una decina di esemplari. E la mandorla a doppio frutto di Ceglie Messapica? Anche la ‘cigghiese’ va scomparendo, come un po’ tutta la cultura del mandorlo, stritolata dalla concorrenza californiana e magrebina. A Barletta, in località San Propopio, è stato fotografato forse l’ultimo albicocco della qualità ‘ananasse’. I fichi d’india neri stanno diventando introvabili, come i gelsi (neri e bianchi) di Canosa, come tanti vitigni autoctoni di cui non si è conservato neppure il nome. Fa rabbia vedere tanto patrimonio schiantato dalle ruspe o sostituito da piante esotiche estranee al nostro panorama. Contro questa forma di olocausto vegetale vanno prendendo piede gli agrimusei. Uno di questi è situato in Puglia. Il ‘Conservatorio Botanico Giardini di Pomona’ (voluto da Paolo Belloni e dallo stesso gestito nell’assoluta indifferenza delle Istituzioni) si allarga per dieci ettari in contrada Figazzano tra Martina Franca, Cisternino e Locorotondo. Vi sono conservate ottocento varietà di alberi da frutta tra cui alcune specie rarissime appartenenti non solo al territorio pugliese, ma pure a quello italiano e d’oltralpe. Ma i Giardini di Pomona (nell’antica Roma, Pomona era la dea degli orti e dei frutteti) sono qualcosa di più di un orto botanico. A Pomona, diciamo così, si cerca di porre un argine alla violenza che l’uomo globale sta usando verso la natura. L’obiettivo è lasciare in eredità alle generazioni future il patrimonio della biodiversità vegetale accumulato dagli avi e frutto di un lavoro paziente e appassionato durato secoli e fatto di selezioni, incroci, innesti. Perché lasciar morire tanta ricchezza in sapori e profumi? e in cambio di cosa, dei sapori e dei profumi di precotti, scatolame, insaccati ed altro cibo taroccato? Pomona è anche un’associazione nazionale onlus pensata per promuovere l’educazione alla cultura dell’ambiente e la diffusione della biodiversità attraverso la salvaguardia e la moltiplicazione delle fruttifere arboree coltivate con particolare riferimento a quelle a rischio di estinzione. Chi entra a farne parte ha pure la possibilità di diventare Custode Ufficiale di una o più piante messe a dimora e prendersene personalmente cura. Contatti : www.conservatoriobotanico.it – www.pomonaonlus.it
Italo Interesse
Pubblicato il 29 Maggio 2013