Cronaca

Al cimitero come per strada o a casa

Sempre più anziani a Bari cominciano a raccomandare ai propri cari di non seppellirli nella loro città. Piuttosto la cremazione, dicono,  oppure un cimitero in provincia, uno di quei posticini quieti e lindi, dove il rispetto è di casa e dove ‘riposare’ è qualcosa di più di un eufemismo. Dietro questo nuovo orientamento di pensiero si possono leggere due cose. La prima risponde al desiderio, nobile, di alleggerire i parenti di parte dei costi (altissimi) relativi al business del ‘caro estinto’. La seconda risponde invece alla constatazione che, guardando le cose da un punto di vista leggermente surreale, il camposanto del capoluogo è diventato un posto ‘invivibile’. Se è vero che i defunti continuano in un qualche altro modo a vivere e ad aggirarsi tra i luoghi di sepoltura, non dev’essere per loro uno spettacolo gradevole vedersi casa frequentata da profanatori, satanisti, vandali, balordi, ladruncoli, scippatori e comunque sotto il mirino della mafia. E poi c’è tutto uno squallido corollario di gesti privi di creanza, di buon senso e in generale di rispetto verso chi non c’è più. Passi l’indifferenza ruvida (che talora non disdegna il turpiloquio) degli addetti ai lavori, ma quale irritazione vedere gente rispondere al telefonino, fumare, masticare gomme, parlare ad alta voce,  tenere le mani in tasca…. La settimana scorsa eravamo nella necropoli barese per assolvere ad un mesto ufficio. A un certo punto c’insospettiva una donna che, di spalle a noi, stava tutta rannicchiata davanti ad una sepoltura ; dal movimento di gomiti e spalle si capiva che armeggiava con qualcosa. Il primo pensiero è stato quello di una ‘gattara’. Quell’altra mancava – la nostra considerazione – non bastassero i randagi all’interno di un luogo di devozione, adesso anche chi se ne prende cura, con l’immaginabile contorno di ciotole abbandonate e sporche in mezzo ad erbacce e qualche rifiuto. E invece la tipa – il cui agire era disinvolto e fresco quanto quello di un bambino – con una paletta stava riempiendo di terriccio una busta di plastica. Dicono che l’humus dei cimiteri, perché ‘grasso’ delle sostanze che si sviluppano dalla decomposizione, sia particolarmente fertile. Con terriccio siffatto gerani, begonie, narcisi ed altre piante da balcone, oltre a sfoggiare un aspetto più rigoglioso, sono anche più durevoli. E’ il caso di sprecare commenti? Il buon gusto non andrebbe insegnato, ma sentito. E un luogo come un cimitero dovrebbe ispirarlo a chiunque. La refrattarietà dei più a percepire la necessità di un diverso ‘stare’ all’interno di un luogo particolare è l’ennesimo segnale dell’imbarbarimento collettivamente in atto. 
 
italointeresse@alice.it
 
 
 


Pubblicato il 10 Settembre 2011

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio