Al Comune l’opposizione (finalmente) s’è desta…
La minoranza al Comune di Bari va all’attacco, e chiede le dimissioni dell’attuale presidente dell’Amiu Puglia ,Gianfranco Grandaliano, indagato dall’Antimafia barese a seguito dell’assunzione nella municipalizzata dei rifiuti del boss Francesco Diomede, arrestato circa un mese fa con l’accusa di estorsione ai commercianti del quartiere Carrassi. Ripercorriamo sinteticamente i fatti: Diomede venne arrestato insieme a quattro suoi sodali al termine di una operazione antiracket condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Bari. Al centro dell’indagine della polizia, coordinata dal PM antimafia Roberto Rossi ,ci sarebbe stato un accordo sindacale che avrebbe consentito l’assunzione nella municipalizzata di Francesco Diomede, nome di spicco della malavita barese, pur in assenza dei requisiti richiesti. La Procura iscrisse, come atto dovuto, nel registro degli indagati il presidente Grandaliano, con l’ipotesi accusatoria di falso in atto pubblico e truffa aggravata dall’art.7 (aver cioè favorito un’associazione mafiosa) per aver firmato l’assunzione del boss sulla base di un accordo sindacale di cui ,tuttavia, fra i documenti acquisiti non c’è traccia. Ora, a circa un mese di distanza, i consiglieri di opposizione, dopo aver ignorato la vicenda, improvvisamente partono a testa bassa chiedendo la revoca del mandato al 48enne avvocato foggiano, giustificando la richiesta con l’imbarazzo istituzionale che l’indagine a carico di Grandaliano ha creato sia alla civica amministrazione barese che alla stessa azienda. Nei corridoi di Palazzo di Città , inoltre,qualcuno ha sostenuto che Grandaliano ,in virtù della sua esperienza professionale di noto avvocato, “non poteva non sapere” quale personaggio si stava assumendo in azienda. Una premessa doverosa: non volendo rivestire paradossalmente i panni di avvocati difensori di Grandaliano vorremmo però sommessamente ricordare , senza avere naturalmente la presunzione di dare lezioni di diritto a nessuno, che essere garantisti in toto e non a “tempo determinato” significa pure interiorizzare una regola aurea di civiltà giuridica. Esistono, come ben sanno i consiglieri di minoranza, ben tre gradi di giudizio, ed una persona è innocente fino a sentenza definitiva, passata in giudicato. Questo principio ha un nome : presunzione di innocenza. La posizione di Grandaliano potrebbe anche essere archiviata, oppure ove mai il magistrato dovesse ritenere di rinviarlo a giudizio, potrebbe essere assolto all’esito di un eventuale processo , come è accaduto in tante altre situazioni analoghe. In ogni caso sulla sua pelle resterà impresso l’ amaro ricordo di questa graticola mediatica e giudiziaria. L’ attacco a scoppio ritardato nei suoi confronti ha il sapore dello “sciacallaggio” politico, che forse le opposizioni potevano risparmiarsi. Infierire su chi è chiamato a rispondere di accuse alquanto gravi (leggasi il succiato art.7) denota, si perdoni la franchezza, una caduta di stile e di sensibilità sul piano umano. Fughiamo ogni possibile dubbio: come i lettori ben sanno, a noi Gianfranco Grandaliano, che percepisce all’Amiu circa 72 mila euro annui, non è per nulla simpatico. Molte volte dalle colonne di questo giornale abbiamo polemizzato con i vertici dell’Amiu per i disservizi dell’azienda,anche in relazione alla situazione sperequata Tari – servizi offerti all’utenza. Per non parlare poi della arcinota vicenda dei cassonetti sparsi a mò di arredo urbano in ogni anfratto cittadino. Se poi si aggiunge il contratto di servizio di circa 65 milioni di euro stipulato tra Comune ed Amiu Puglia, ebbene , a fronte di questo corposo esborso di pubblico denaro, si dovrebbe pretendere che l’azienda in questione fornisca ai cittadini una pulizia da città svizzera, cosa che ovviamente non avviene. Forse Grandaliano, alla direzione dell’Amiu dal 2011, doveva essere defenestrato tempo addietro per le tante citate “inadempienze”, giusto per usare un termine decariano. Lo stesso primo cittadino,ricordiamolo, polemizzò con lui, la scorsa estate, perchè la città “era sporca e puzzava”, con l’ennesima uscita a posteriori ( ma molto a posteriori) dopo le innumerevoli proteste dei baresi e le denunce della stampa locale, compreso il nostro quotidiano. Poi fu la volta, sempre nel periodo estivo, dell’assessore all’ambiente Pietro Petruzzelli, che contestò all’Amiu un altro disservizio.Nel contesto descritto c’erano dunque tutte le premesse per invocare,da parte delle minoranze, l’azzeramento dei vertici aziendali. Non se ne fece nulla. Chiedere adesso le dimissioni di Grandaliano sembra, a nostro sindacalissimo giudizio, politicamente ed umanamente scorretto. La mozione per la revoca dal suo incarico sarà discussa in consiglio comunale le prossime settimane. Sull’indagine nei riguardi di Grandaliano si sono registrati assordanti silenzi da parte dello stesso sindaco Decaro e del suo vero o presunto sponsor politico ,l’attuale governatore pugliese Michele Emiliano.
Piero Ferrarese
Pubblicato il 8 Marzo 2016