Cronaca

Al Comune vanno in scena salti della quaglia sorprendenti

Le cronache giudiziarie nazionali raccontano che l’ex premier Silvio Berlusconi ed il faccendiere Valter Lavitola sono stati indagati e rinviati a giudizio nell’inchiesta della Procura di Napoli in una vicenda di presunta compravendita di un senatore della Repubblica, Sergio De Gregori, eletto nelle fila dell’Idv di Antonio Di Pietro alle politiche del 2006, e quindi nella maggioranza di centrosinistra che all’epoca aveva riportato Romano Prodi a Palazzo Chigi, ma successivamente passato nelle fila dell’opposizione di centrodestra, tanto da diventare determinante nel gennaio del 2008 alla caduta di quel governo. Pertanto, leggendo le cronache sulle indagini, sembrerebbe che la Procura partenopea abbia ravvisato in quell’operazione politica un vero e proprio “reato di acquisto di senatore”. Recentemente a Bari, alla vigilia delle primarie del centrosinistra per la scelta del candidato presidente della Regione, un intero gruppo consigliare di opposizione del Comune, quello degli eletti nella ‘Lista  Schittulli’, presentatasi alle amministrative baresi dello scorso maggio col centrodestra, secondo molte voci, si appresterebbe a cambiare verso. Infatti, i tre consiglieri baresi del MpS, Anita Maurodinoia, Livio Sisto e Gianlucio Smaldone, hanno già dichiarato la loro fuoriuscita dal Movimento che fa capo al presidente uscente della Provincia di Bari, Francesco Schittulli, in corsa per la candidatura a presidente della Regione per il centrodestra, ed annunciato il loro passaggio al gruppo Misto. Ma c’è di più. Infatti, secondo qualche bene informato, i tre ex esponenti della ‘Lista Schittulli’ al Comune di Bari già il prossimo venerdì, durante un apposito raduno da loro organizzato presso l’Hotel Excelsior, potrebbero addirittura annunciare ufficialmente il loro “salto della quaglia”, ovvero il passaggio nelle fila del centrosinistra, a sostegno della candidatura di Michele Emiliano alla presidenza della Regione Puglia. Se tale notizia fosse vera, pur con i necessari e dovuti distinguo, verrebbe spontaneo chiedersi quali potrebbero essere le “contropartite” politiche (o altro?) che hanno indotto i tre ex esponenti baresi della ‘Lista Schittulli’ a tradire i loro elettori a Palazzo di Città e, soprattutto, il leader in nome del quale meno di sei mesi fa si sono presentati a chiedere consensi. Leader (da non dimenticare!) che anch’egli è pure in corsa per la guida della Regione proprio contro il segretario del Pd pugliese, Emiliano. Nella vicenda del senatore Di Gregorio la Procura napoletana pare abbia appurato che vi sia stata una transazione in denaro per la compravendita politica dell’ex esponente di Palazzo Madama, eletto nell’Idv. Ma, vien da chiedersi, il reato contestato a Berlusconi e Lavitola è tale in quanto il “prezzo” del passaggio politico di De Gregorio è stato effettuato “in denaro sonante” oppure sarebbe stato un “reato” comunque, anche in caso di semplici contropartite politiche? Quindi, a rigor di logica, anche l’eventuale ‘acquisizione politica’ da uno schieramento a quello opposto, senza alcun passaggio di denaro, ma solo a fronte di mere ‘ricompense’ politiche, dovrebbe raffigurare un’analoga fattispecie di operazione degna di attenzione da parte delle Autorità inquirenti. Sempre che, in sede dibattimentale, l’operazione di compravendita di Berlusconi del senatore Di Gregorio sia riconosciuta come reato dai giudici del Tribunale di Napoli. A meno che non si scopra, poi, che esiste il reato di “compravendita di senatore”, ma non quello di “compravendita di consigliere comunale”. Resta il fatto che quest’ultima vicenda politica barese, in cui un intero gruppo di consiglieri si sposta di schieramento, presenta molti lati oscuri e difficilmente spiegabili con semplici ragioni ideali. E se si ipotizza che a tirare le fila dell’intera “Operazione azzeramento Schittulli” al Comune possa esserci il segretario del Pd pugliese, Emiliano, allora non c’è nulla di cui meravigliarsi. Infatti, sostengono alcuni addetti ai lavori, nei dieci anni da Primo cittadino di Bari il “trasversalismo” politico è stato il suo principale, e forse unico, criterio di governo della città.              

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 17 Dicembre 2014

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