“Al Libertà una situazione d’invivibilità anche per via dei troppi migranti”
I cittadini del rione Libertà ormai da tempo denunciano una situazione di pericolo e d’invivibilità anche dall’elevato numero di migranti che molto spesso, nelle ore serali, danno vita a gigantesche risse tra loro a colpi di bottiglia (meritano una certa attenzione i paraggi di un ristorante etnico vicino all’ex Liceo Nautico). Di questi disagi si fa interprete, con la consueta franchezza, don Marco Simone parroco a San Carlo Borromeo.
Don Marco, vi sentite sicuri al Libertà?
“No. Qui aumenta l’incertezza assieme al degrado e alla sporcizia. La gente qui attorno è seriamente preoccupata”.
Da che cosa?
“Presto potrebbe aprirsi un dormitorio (probabilmente quello della Caritas, ndr) nei locali della ex scuola Melo. Da parroco condivido le perplessità e i timori della gente. Temo una ulteriore impennata di extracomunutari e immigrati”.
Che cosa non va?
“Ho la sensazione che loro non si integrano e neppure mi sembrano disposti a farlo. Un eventuale luogo di accoglienza o locale è un problema. E non sono contento neanche della condotta del Sindaco”.
Perchè?
“Ha fatto sapere che è seccato con me, che lo sto quasi infastidendo, mentre io lavoro solo per il bene della comunità. La verità è che qui al Libertà il Comune è, di fatto, assente, da noi sono venuti per ora solo 3 consiglieri, della opposizione. Chiediamo da molto tempo un posto fisso di Pubblica Sicurezza, ma invano, la situazione è fuori controllo. Non mi pare che il Comune faccia tanto. Inoltre, il Sindaco, per i problemi del Libertà, ha contattato il parroco della Cattedrale. Mi dite che ci azzecca, poi quel parroco ha tanto da fare nel suo posto. Piuttosto parli con noi”.
E gli immigrati?
“Sono troppi e mal distribuiti. Bisogna avere attenzione sui punti internet e posti etnici. Inoltre, la presenza fissa fuori a bar e supermercati è fastidiosa, un accattonaggio molesto. Alla gente dico e consiglio di non dar soldi. Bisogna anche chiedersi: in quali condizioni igieniche vivono? Esiste un rischio di contagio di malattie? La verità è che non possiamo accettare tutti, questa non è accoglienza ma bivacco disordinato. Quanto ai negozi etcnici ho il sospetto che in alcuni si compiano riti magici. Occorre prestare attenzione e rigore”.
Bruno Volpe
Pubblicato il 5 Ottobre 2017