Cronaca

Al Maestro saltò la mosca al naso

Appena costituito, il Comitato per le celebrazioni del 150esimo anniversario della nascita di Umberto Giordano (che nacque a Foggia il 28 agosto 1867) è già all’opera. Sulla carta, considerando l’alta qualità delle figure in gioco, c’è da aspettarsi grandi cose. Un gesto dovuto dal capoluogo dauno all’autore di ‘Fedora’ e ‘Andrea Chènier’. Foggia ha un debito di riconoscenza verso questo suo geniale figlio al quale ha dedicato il Conservatorio di Musica, il Teatro Comunale ed una piazza (mentre a Milano e Torino portano rispettivamente il nome di Umberto Giordano una piazza e una via). E oltre che un debito di riconoscenza, la città ha da cancellare un brutto ricordo, tra l’altro legato a famoso motto ‘Fuggi Foggia, non per Foggia ma per i foggiani’, attribuito ingiustamente al grande compositore  : Una sera del 1892 Giordano, reduce dal successo a Roma, Venezia, Bologna e Vienna della sua opera d’esordio, ‘Mala vita’ (ma la prima a Napoli fu un fiasco), era ospite d’onore del Circolo Dauno di Foggia, che allora aveva sede a palazzo De Nisi Pepe ; il compositore era stato invitato dalle autorità foggiane a suonare al pianoforte alcune arie di quel lavoro. Quando fu il momento, Giordano si sedette allo strumento e cominciò. Qui le fonti divergono : alcuni sostengono che a un certo punto l’autore notando che alcuni dei presenti giocavano a carta in fondo al salone interruppe l’esecuzione e abbandonò il Circolo. Altre fonti dicono invece che, ingoiato il rospo, e portata a termine l’esecuzione, Giordano, senza un sorriso, senza un inchino si congedò dal pubblico. E qui comincia l’aneddoto : Una volta per strada, Giordano si trovò a passare davanti a palazzo Capozzi, lungo via Arpi. In quel momento ad un balcone di quell’edificio era affacciata una donna in evidente stato di gravidanza. Furente, Giordano, rivolgendosi ad alta voce al nascituro giurò che mai più avrebbe rimesso piede a Foggia. Stando invece alla testimonianza del Presidente del Circolo che aveva raggiunto il Maestro pregandolo di rientrare e di accettare le sue scuse, il compositore per tutta risposta avrebbe pronunciato quelle parole che così ingenerosamente pungono Foggia e foggiani. Nei giorni successivi Umberto Giordano fu subissato da telegrammi di scuse delle più alte autorità cittadine (quei soci che giocavano a carte vennero allontanati dal Circolo). Tutto inutile. Giordano per carattere non era tipo da fare sconti. Ma il passare del tempo sana molte ferite. Trentasei anni dopo, nel 1928, Umberto Giordano tornò nella città natale ; ciò avvenne in occasione dell’inaugurazione del monumento ai caduti della Grande Guerra (nel Largo Gesù e Maria, oggi Piazza Giordano).

Italo Interesse

 


Pubblicato il 3 Marzo 2017

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