Cultura e Spettacoli

Al pennello preferì il pastello

Il pastello è una tecnica di disegno che impiega bastoncini di pigmento colorato secco. Leonardo da Vinci, che fu uno dei primi in Italia ad utilizzarlo nei suoi schizzi, ne riconosce la paternità a Jean Perréal (1455-1530) nel foglio 247 del suo Codice Atlantico (raccolta di 1751 disegni e scritti di Leonardo da Vinci conservata presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano; la denominazione ‘atlantico’ deriva dal formato dei fogli su cui vennero incollati i disegni, formato normalmente utilizzato per gli atlanti geografici ; i fogli, assemblati senza un ordine preciso, abbracciano il quarantennio andato dal 1478 al 1519, suddivisi in base agli argomenti trattati : anatomia, astronomia, botanica, chimica, geografia, matematica,meccanica,volo degliuccelli e progetti d’architettura). Caduta in disuso alla fine del Settecento, la tecnica del pastello ritrovò nuova vita con l’avvento degli impressionisti adattandosi bene per velocità di stesura e assenza della necessità di asciugatura alla nuova forma pittorica ‘en plain air’ (tra i migliori virtuosi del pastello figurano Monet, Manet, Degas, Toulouse-Lautrec e Picasso). Oggi ricorre il 159esimo anniversario di un pittore pugliese che fu tra i migliori pastellisti italiani del suo tempo (rari furono i suoi dipinti ad olio). Nato il 9 marzo 1863 a Ortelle, un piccolissimo centro abitato a poca distanza da Otranto, Giuseppe Casciaro è stato essenzialmente un paesaggista; in particolare produsse vedute dei dintorni di Napoli, dell’Irpinia e della Puglia. Aperto alle suggestioni di numerose scuole di pittura, non si scostò mai da una concezione sostanzialmente romantica. La sua fu una carriera prolifica e fortunata : Personali, premi, vendite e presenze nei maggiori musei italiani attestano un successo direttamente proporzionale alla vastità della sua produzione. Professore onorario dell’Accademia di belle arti di Napoli, di quella di Urbino e di quella di Bologna, Casciaro grazie a scambi e doni con i molti colleghi con i quali entrò in contatto nel corso della sua lunga parabola artistica aveva messo assieme una raccolta d’arte personale piuttosto cospicua. Essa comprendeva disegni e dipinti di Morelli, più di trecento studi di Filippo Palizzi, e opere di Toma, Gigante, Mancini, Gemito, Michetti e, particolarmente degne di nota, alcune vedute dell’inglese W. Turner (altre fonti non accreditate parlano pure di opere di Antonio Canova e di Giovanni Fattori). La collezione è andata dispersa, frammentata fra gli eredi. A Giuseppe Casciaro la cittadina natale ha dedicato un largo ; una targa è stata apposta sul muro dell’abitazione dove il pittore vide la luce. – Nell’immagine, Giuseppe Casciaro ritratto nel suo studio del Vomero a Napoli.

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 9 Marzo 2022

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