Cultura e Spettacoli

Al tango senza religione

Dio ce l’ha dato, guai chi lo tocca… il tango. Che folla martedì sera a Ai Riciclotteri. E’ vero che l’ingresso era libero e in cartellone stava l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari ma senza le seduzioni di Piazzolla, Rodriguez e Ziegler, nell’Arena di via Massimi Losacco non si sarebbe raccolta tanta gente. E’ così col tango, non  con il flamenco, che pure appartiene allo stesso filone culturale. Quest’ultimo, che sa accendere passionalità da sangria e corrida, solletica le corde più ‘calienti’ dei popoli latini, perciò non può fare centro su tutti ; peraltro, senza il giusto spirito il flamenco è inconcepibile. Il tango invece, indipendentemente dalla sensualità che lo attraversa, è anche – se non soprattutto – espressione di un magone sottile, di una nostalgia indefinita, di una sorta di spleen popolare. Ecco allora che bastano poche note, anche in un qualunque momento per schiudere spiragli o spalancare porte nel cuore di giovani e meno giovani. E se a queste note si aggiungono il gesto seducente di danzatori professionisti e una voce comme-il-faut, ovvero nata col tango e ad esso non prestata, ecco il miracolo, la platea si lascia prendere, si lascia immergere sino alla cima dei capelli dentro questa irresistibile onda emozionale. Due sere fa Ruben Peloni (vocalist) e Jorge Rodriguez e Cecilia Pascal (danzatori) hanno brillato. Merito anche dell’attenta direzione orchestrale del maestro Giuliano Di Giuseppe, di orchestrali e solisti (Massimiliano Pitocco al bandoneon, Rosario Mastroserio al pianoforte). Variegato il programma che a classici come ‘Caminito’, Libertango, Oblivion e Cumparsita accostava più complesse e raffinate composizioni come il celebre ‘Concerto per Bandoneon e Orchestra’ di Astor Piazzolla. Una serata da incorniciare, almeno limitatamente ad alcuni aspetti. Purtroppo anche le cose più belle hanno il loro rovescio di medaglia. Nella sua logorrea di presentazione, il solito pasticcione e simpaticissimo Nico Cirasola, il quale martedì era nelle vesti di padrone di casa, si è lasciato scappare una cosa : No agli spettacoli a ingresso libero. Ha ragione. Un biglietto, seppur minimo, ha il potere di sensibilizzare lo spettatore. L’ingresso libero invece eccita il lato peggiore della platea, quindi della massa, che avverte lo spettacolo ‘offerto’ come atto dovuto, al quale è lecito accostarsi non con senso religioso della fruizione ma con la stessa indolenza, la stessa strisciante arroganza da bar, da salotto di casa, da angolo di strada. Indegno all’Arena Ai Riciclotteri, mentre sul palco erano di scena Stratta, Mores, De Dios Filiberto, questo andare e venire di radical chic birra alla mano (che charme) su vialetti ghiaiosi e perciò naturalmente… chiassosi. Quanti spettatori costretti a levarsi in piedi per fare posto ai ritardatari, mentre ogni tanto qualche cellulare….
italointeresse@alice.it
 
 
 
 
 
 
 


Pubblicato il 14 Luglio 2011

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