Cronaca

Al vaglio della nuova giunta comunale la riorganizzazione della Polizia Municipale

Potrebbe essere un’estate più calda del previsto –e non certo per via del termometro…- la nuova stagione che si aprendo tra i vigili urbani baresi, specialmente dopo la riapertura della vertenza per riallacciare il discorso sulla modernizzazione del Corpo, rimasto a metà nonostante le sollecitazioni di alcune sigle sindacali, negli ultimi anni. Discorso che potrebbe riaprirsi sulla scorta di una lunga e puntigliosa <> al Sindaco e assessori municipali firmata a suo tempo da chi ha raccolto lo stato di malessere che da tempo serpeggia nel Corpo di Polizia Municipale di Bari e che, col tempo, potrebbe toccare toni sempre più cruenti. Le motivazioni dell’inquietudine? Molte, ma la più importante è senza dubbio rappresentata dall’evoluzione che, nel tempo, si è concretizzata nello svolgimento delle funzioni da Vigile Urbano. “Negli ultimi decenni, difatti, per il progressivo decentramento amministrativo e per la maggior valenza che tale figura ha acquisito a livello sociale, la figura del vigile urbano ha subito una lenta, ma graduale riqualificazione, tanto da trasformarlo da rapporto salariale a rapporto impiegatizio”, si legge in quella lettera firmata a suo tempo dalla Funzione Pubblica Cgil rimasta lettera morta e facente leva, appunto, sull’evoluzione professionale e standard culturali. E poi, col tempo, anche sui titoli di accesso, trasformati da semplice licenza di scuola media dell’obbligo in diploma di scuola media superiore “…rendendo appetibile la professione a molti laureati”, come dimostrano le migliaia di domende piovute al Comune per l’ultimo concorso da vigile urbano ancora in via di svolgimento (le prove sono state rimandate per l’ennesima volta, a settembre prossimo). Ma in ballo anche gli interrogativi sull’ingresso in campo della Polizia Provinciale barese, dopo lo scioglimento dell’ente di via Spalato. Interrogativi, come si vede, che entrano nel vivo dei problemi posti all’amministrazione civica, considerato che oggi fra i caschi bianchi baresi esiste da un lato personale con notevole anzianità di servizio, con titoli di studio infimi ma, con un notevole bagaglio di  esperienze basato su una una vita professionale trascorsa per strada e che, oggi, a pochi anni dal pensionamento, ambiscono a veder coronato il sogno di un dignitoso riconoscimento professionale. Dall’altro, bisogna ricordarlo, c’è personale in possesso di un diploma o ancor più di una laurea che, pur con pochi anni di servizio, cercano anch’essi gli stessi riconoscimenti. E questa contrapposizione di interessi, ultimamente acuitasi in presenza di corsi-concorsi e progressioni verticali potrebbe rappresentare la causa di quel malessere che ha innescato guerre intestine ancora non superate all’interno del Comando di Japigia. Ma entriamo nei dettagli dei punti da ridiscutere al tavolo del Comune, organizzazioni sindacali, parti sociali e rappresentanti dello stesso Corpo, partendo dalla non puntuale applicazione dei proventi di cui all’art. 208 del Codice della Strada, questione spinosa come il disarmonico utilizzo del personale nell’attività straordinaria e progettuale e una infelice applicazione contrattuale dell’attività di pronta reperibilità nei giorni festivi. Al tavolo,dunque, la riorganizzazione di un servizio che, spesso, non vede la predisposizione di turni di lavoro in equi calendari onde permettere agli operatori una organizzazione di vita sociale dignitosa, ma anche un utilizzo delle ferie non rispondente alle norme contrattuali; parametri valutativi non rispondenti alle effettive peculiarità personali; elargizione delle indennità, compresa quella di rischio. Di questioni in piedi –come si vede- ce ne sono tante, resta da vedere se esiste la volontà delle parti interessate a discuterle e risolverle…

 

Antonio De Luigi               


Pubblicato il 2 Agosto 2014

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