Alla Regione si stanno facendo in quattro per i funzionari assunti a contratto: precari da stabilizzare
, le procedure previste da norme e regolamenti. Sono ormai in tanti i dirigenti esterni assunti alla Regione Puglia prima con contratto quadriennale e poi passati di ruolo tramite regolare concorso, ma stanno aumentando anche impiegati funzionari, sempre “esterni” addestrati e chiamati a coprire le crepe aperte dall’esodo di personale tanto voluto dall’amministrazione precedente e proseguito senza far troppo rumore dall’attuale assessore alle Risorse Umane, Maria Campese. Tutti d’accordo a sparare ad alzo zero anche sui costi esorbitanti dell’operazione svuotamento degli uffici regionali pilotata direttamente da Fitto e Copertino con movimenti di chiaro stampo elettorale che finirono praticamente per affondare le residue speranze di ripresa della navicella del personale regionale. Ma è proprio così, nel senso che c’era bisogno di ricorrere a giovani prelevati dall’esterno, per affidargli immediatamente compiti di responsabilità nella guida dell’Ente, oppure ingaggiati con avvisi e selezioni piuttosto nebulose? Quegli ex collaboratori esterni che adesso, dopo aver superato l’ultimo concorso indetto alla Regione, si sono sistemati con mariti e parenti dietro alle scrivanie dei servizi sociali, Arpa o ancora meglio Finpuglia, senza far troppo rumore. Ma nessuno parla nemmeno delle cosiddette ‘short liste’, ovvero di quegli avvisi pubblicati sul Sito dalla Regione fissando soltanto i criteri di selezione per i nuovi impiegati e che dopo, senza alcuna graduatoria, passano direttamente di ruolo con contratti a termine per almeno tre anni, dopo un semplice colloquio. Parliamo di centinaia di nuove assunzioni, praticamente i nuovi precari regionali che alla scadenza dei loro contratti, quasi tutti nel 2012, scenderanno in piazza per il riconoscimento dei loro diritti. E cioè per prolungare i loro contratti, obiettivo per raggiungere il quale sono già in fermento, richiamando l’attenzione di quegli amministratori di cui sopra, intenzionati ad innaffiare e coltivare i loro orticelli elettorali. E il profetico Carlo Di Carlo, segretario del sindacato dirigenti, già un anno fa spiegava: “Stanno creando un precariato enorme alla Regione, ma sono state davvero troppe anche le assunzioni di dirigenti di strutture di vertice disposte dalla Giunta senza alcuna forma di selezione, sulla base di una semplice richiesta nominativa dell’assessore al ramo, basata sulla fede partitica o amicale”.
Vendola sta creando un esercito di lavoratori precari
Insomma, sono stati scordati in fretta i principi sbandierati nei programmi di Vendola il riformatore? Certo, questi dirigenti assunti con procedure frettolose e poco trasparenti, con i rispettivi “curricula” valutati senza coinvolgere il Servizio competente ( cioè quello alle Risorse Umane di Via Celso Ulpiani ) si sono distinti più che altro per essersi sacrificati e sempre stati in prima fila durante la campagna elettorale che ha portato l’ex parlamentare rifondista sullo scanno più alto della regione Puglia. Insomma, secondo i sindacati interni sta esagerando: non è bastato assumere anche lui amici e fidati giornalisti, collaboratori e addetti stampa, finanche i “Vendola-Boys” sono stati prima chiamati a collaborare come esterni. Eppoi sistemati ai piani alti della burocrazia Regionale. E cosi le nomine dei neo-dirigenti tornano a scatenare le ire dei politici di Minoranza, ma anche dei funzionari interni, capeggiati come detto da federazione nazionale e associazione dirigenti regionali (Direr) pronta a denunciare il comportamento di una Giunta regionale che “…continua imperterrita a modificare l’assetto organizzativo dell’Ente in assenza di un progetto organico e generale di riorganizzazione del personale interno”. Sempre più umiliato e mortificato, naturalmente. Il segretario regionale Direr, Carlo Di Carlo, è già andato giù pesante nei documenti diffusi tempo fa: “Si continua ad affidare, senza alcuna pubblicità e selezione, incarichi dirigenziali di vertice a personale estraneo all’amministrazione, sulla base di richiesta nominativa dei singoli assessori”. Insomma, il Sindacato dei dirigenti pugliesi contesta i metodi clientelari adottati per porre ai vertici delle strutture regionali personale con professionalità non accertata, sulla scorta, invece, di sicura fede partitica. Oppure semplicemente “amicale”, certificata da assessori vecchi e nuovi. Come a dire che c’è chi non si fa assolutamente problemi a portarsi dietro, profumatamente stipendiata, l’ex assessora di quando era sindaco, come ha fatto Guglielmo Minervini con la dottoressa Maria Sasso, creando addirittura un bel Servizio su misura per lei, ad hoc dopo averla richiamata da Innovapuglia. O chi, figlia d’un vecchio funzionario regionale “veterocomunista”, s’è sacrificata per mesi e mesi dietro all’estenuante campagna elettorale di Nichita, senza risparmiarsi mai. Ed ora si ritrova dirigente con marito e sorella anche loro funzionari alla Regione o all’Arpa. Malumori e spifferi di veleno che stanno riprendendo a girare anche negli uffici dell’assessorato al Personale di Via Ulpiani, dove girano ancora i nuovi impiegati assunti a progetto, attraverso contratto triennali. Un bel pasticcio, insomma, per Vendola e Minervini, registi di un’operazione di reclutamento che, pur effettuata e finanziata con Fondi PO-FESR 2007-2013, quando scadrà potrebbe avere effetti devastanti per centinaia di precari, se non saranno stabilizzati prima nonostante le negative previsioni di legge ormai…palesi.
Francesco De Martino
Pubblicato il 31 Marzo 2011