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Altra “fumata” nera per il tavolo del centrodestra barese

 

Un’altra fumata nera del centrodestra pugliese per la scelta del nome da candidare a sindaco di Bari alle amministrative della prossima primavera. Infatti, è da fine giugno che i responsabili pugliesi delle principali sigle politiche del centrodestra (Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e Noi con l’Italia), insieme a qualche altro esponente di civica e movimento della società civile vicini all’area politica di centrodestra, si riuniscono a Bari ad ogni inizio settimana, ad eccezione della pausa agostana, per individuare soprattutto il candidato unitario da mettere in campo il prima possibile nella partita elettorale più importate delle amministrative del prossimo anno in Puglia. Vale a dire quella per il Comune di Bari, ma verosimilmente anche per quelle di tutti gli altri Comuni pugliesi che nel 2019 saranno chiamati ad eleggere sindaco e rinnovare il consiglio comunale. Però, quel che è certo, finora, è che tutti gli incontri, compreso quello svoltosi ieri mattina a Bari nella sede della segreteria del coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, il deputato Marcello Gemmato, si sono conclusi con un nulla di fatto, perché un nome unitario del centrodestra, sia pur ipotetico, per la candidatura a sindaco di Bari ancora non è emerso. C’è invece – stante all’ultima nota informativa sul tavolo comune del centrodestra locale – “il profilo del candidato sindaco per Bari città”, di cui  stranamente non è  stato reso noto però alcun lineamento. La novità ultima del tavolo unitario del centrodestra – stante sempre a quanto comunicato con la stessa nota – è che all’incontro di lunedì mattina ha partecipato ufficialmente il rappresentante dell’Udc, Giovanni Barletta, che agli incontri svoltisi in precedenza non era presente, poiché lo scudo crociato da lui rappresentato non aveva ancora aderito all’appello locale dell’insediata coalizionedi centrodestra. Ma proprio quest’ultima precisazione circa la presenza al tavolo pugliese del centrodestra di due distinte sigle politiche avente al proprio interno un simbolo con lo stesso scudo crociato a sollevare una serie di interrogativi, sia tra alcuni addetti ai lavori della politica cittadina che nell’elettorato, per cui innanzitutto ci si chiede: “Ma la sigla di Nci non è inclusiva anche dell’Udc, visto che a livello nazionale il partito di Lorenzo Cesa è una componente fondamentale della formazione politica di centro costituitasi alla vigilia delle ultime elezioni politiche?” Ma – stante alla innanzi accennata precisazione – in Puglia evidentemente la risposta a tale domanda è “no”. Infatti, se al tavolo unitario barese si è presentato uno specifico rappresentante del partito di Cesa, mentre a rappresentare Nci c’è il consigliere regionale fittiano Francesco Ventola, ciò significa che la sigla di Nci in Puglia rappresenterebbe unicamente l’area fittiana e non anche le altre anime centriste di Nci nazionale. E che sia realmente questa la situazione lo si desume anche dal fatto che anche la componente centrista facente capo al deputato Gaetano Quagliariello, ossia il movimento politico “Idea”, anch’esso integrato alle scorse politiche sotto la sigla di Nci, in Puglia è distinto dalla formazione nazionale di cui risulta componente fondatore, in quanto anche il movimento di Quaglieriello al tavolo barese del centro destra si è presentato (come l’Udc di Cesa) con un proprio rappresentante, Francesco Losito, che pur avendo a livello nazionale la stessa bandiera del collega Barletta, di certo non fa parte della squadra politica rappresentata da Ventola che di quella stessa bandiera è pure rappresentante, però della sola componente fittiana. Un’analoga situazione di distinguo al tavolo barese del centrodestra esiste anche per il partito di Silvio Berlusconi visto che, oltre al responsabile pugliese ufficiale di Forza Italia, Luigi Vitali, siede anche l’ex senatore barese Massimo Cassano che, pur dichiarandosi del partito dell’ex Cavaliere di Arcore, si presenta in qualità di rappresentante di una sua formazione civica, “Puglia popolare”. Formazione, quest’ultima, che a livello nazionale, come l’Udc pugliese di Cesa, aderisce all’area politica del centrodestra, però in Puglia, a livello locale, nel gioco delle alleanze elettorali propende forse di più per i particolarismi politici, e quindi personalistici. Per cui, con l’alibi del civismo o del distinguo, tende, come l’Udc di Lesa,  a “giocare” contemporaneamente su tavoli politici diversi ed incompatibili. Infatti, – secondo alcuni bene informati sulle vicende politiche locali –  sia L’Udc pugliese di Cesa che il movimento “Puglia popolare” di Cassano, che ieri hanno partecipato al tavolo pugliese del centrodestra, per individuazione di un possibile candidato sindaco di Bari in grado di far vincere la coalizione, da tempo starebbero interloquendo anche con il fronte politico opposto, per tentare evidentemente di capire con chi gli convenga allearsi, atteso che l’Udc pugliese alla Regione è già alleata del governatore del centrosinistra, Michele Emiliano, ed anche l’esponente di riferimento dell’ex senatore barese forzista, Cassano, nell’aula di via Capruzzi, Gianni Stea, in più di un’occasione si è dimostrato più vicino alla maggioranza che all’opposizione di cui dichiara di far parte. Quindi, il tavolo per la scelta del futuro candidato sindaco barese del centrodestra, aggiornato a lunedì della prossima settimana, prima ancora di parlare di nomi da scegliere, dovrebbe forse occuparsi della chiarezza delle scelte politico-programmatiche tra le sigle partitiche e civiche che a quel tavolo ha già aderito o intendono ancora aderire. Se invece, per alcuni, l’intento principale per cui partecipa è solo quello di sapere con anticipo il nome del possibile candidato sindaco di Bari, per poi capire eventualmente se potrebbe essere vincente o meno, e quindi poter decidere definitivamente con chi schierarsi, allora sarebbe forse meglio che il tavolo si riunisca nuovamente a nome già individuato. Almeno così qualche rischio di dare involontari vantaggi agli avversari, anche nel percorso di individuazione del candidato sindaco di Bari, sarebbe attenuato di molto, se non addirittura sventato.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 11 Settembre 2018

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