Altri percorsi ricchi di storia
Benché abbiano esaurito la loro funzione, i tratturi sono ancora contemplati dal Codice della Strada (il comma 48 dell’art. 3 del Codice stradale, che li equipara a sentieri e mulattiere, parla di “strada a fondo naturale formatasi per effetto del passaggio di pedoni e di animali”). Stiamo parlando di percorsi a fondo erboso, pietroso o in terra battuta originati dal passaggio nei secoli di mandrie e greggi. A differenza di sentieri, mulattiere e carrarecce, i tratturi di distinguevano per la singolare ampiezza. In alcuni tratti la loro larghezza è rimasta quella fissata ai tempi dei Borbone : sessanta passi napoletani, corrispondenti a 111 metri. Ma in epoca fascista, quando già con l’arrivo della ferrovia e con lo sviluppo della rete stradale asfaltata la transumanza era in declino, la larghezza fu ridotta da 60 a 30 passi napoletani (subito ne approfittarono i proprietari frontisti per accaparrarsi terreni che da tempo immemorabile erano lasciati incolti e destinati al solo pascolo delle greggi in transito). – I tratturi erano collegati tra loro da ‘bretelle’ chiamate tratturelli (e a loro volta tratturi e tratturelli erano congiunti da sentieri secondari detti ‘bracci’). A intervalli più o meno regolari lungo questi percorsi trovano spazio i cosiddetti ‘riposi’, aree di pascolo riservate alla sosta degli armenti. I tratturi giunti a noi pressoché intatti sono protetti da leggi regionali. L’ultima disposizione della Regione Puglia vede nei tratturi un “monumento della storia economica e sociale del territorio pugliese interessato dalle migrazioni stagionali degli armenti in quanto testimonianza archeologica di insediamenti di varia epoca”. La stessa Legge ha istituito il “Parco dei Tratturi di Puglia”. I tratturi pugliesi, specie del foggiano, insieme a quelli campani, molisani e lucani, sono candidati ad ottenere dall’Unesco il riconoscimento di ‘patrimonio dell’umanità’. L’obiettivo è farne un’attrazione turistica per escursionisti, camminatori, cavalieri e ciclisti. Spiace che da queste attenzioni siano escluse le carrarecce, altrimenti dette strade carraie per il fatto d’essere pensate per il passaggio dei carri agricoli. Si tratta di antiche strade di campagna il cui fondo era ricavato accumulando strati di pietre via via più piccole a partire dal basso. Incassate tra filari di muri a secco, queste altre meravigliose testimonianze della civiltà contadina vanno scomparendo : Strati d’asfalto coprono l’originale pavimentazione mentre i muretti collassano per mancanza di manutenzione, per disinteresse dei proprietari. Così quelle pietre restano a languire tra erba e fango ai bordi della strada. A meno che non ‘servano’ a qualcuno…. Accade anche questo : allo stesso modo di chianche divelte da proprietà fondiarie in abbandono, quelle pietre finiscono con l’andare ad ornare questo e quest’altro angolo di sontuose ville con prato all’inglese, piante esotiche, piscina, campo da tennis….
Italo Interesse
Pubblicato il 26 Ottobre 2019