Cultura e Spettacoli

Amaro ai vinti, ma…

Procede con successo al Teatro Italia di Carovigno ‘EssereNonEssere’, la rassegna d’arte scenica curata da Giuseppe Convertini. Sabato scorso è stato in cartellone ‘Amleto dei Bassi’, uno spettacolo di Carlo Formigoni. Domenica è stata la volta di ‘Canto errante di un uomo flessibile’, per la regia di Dario Lacitignola. – Il primo lavoro è la storia di Amleto, un ‘vinto’, un diciassettenne napoletano che, cresciuto nei bassi, non ha avuto dalla vita altra possibilità che delinquere. ‘Amleto dei bassi’ racconta una parabola criminale che si chiude con la scoperta del teatro, inteso come strumento di redenzione. Formigoni frange il racconto in quadri (lo scippo, l’arresto, la cella, il ricovero alla neuro…) dando vita ad uno spettacolo al solito essenziale e spoglio d’ogni orpello. Un allestimento comunque vario e ricco d’azione, per quanto il movimento principale si svolga all’interno di un metro quadro delimitato al centro della scena. Non mancano gli spunti divertenti, sì che a tratti sembra di assistere a uno spettacolo per ragazzi. Ma sotto la buccia comica (che tocca l’apice nella scena della visita medica) scotta il senso d’ostilità trasmessa da un Potere prevenuto e, all’occorrenza, latitante. In scena, con generosità, erano Giovanni Calella, Angelica Schiavone, Carlo Formigoni e Dario Lacitignola (compagnia Teatro dell’Altopiano) . – Il tema del vinto che alla fine trova come riscattarsi torna nel più complesso ‘Canto errante di un uomo flessibile’, un testo di Tommaso Urselli che Dario Lacitignola mette in scena con le forze di Folletti E Folli. Nell’acuta e sapida scrittura dell’autore tarantino, il protagonista, Mimmo Stimolo (il convincente Giuseppe Nacci) è un giovane meridionale sbarcato a Milano, una figura a metà strada fra il Candido di Voltaire e il Fracchia di Villaggio. Natura e vicissitudini fanno di lui un altro ‘vinto’. Nonostante la naturale ‘flessibilità’ ad adattarsi ai  luoghi e ai posti di lavoro più disparati e l’inclinazione ad amare, il povero Mimmo non piace al prossimo : Il signor Umberto – il padrone di casa – lo disprezza,  vigili e carabinieri lo opprimono, Gianni e Antonio – due imprenditori – fanno di lui un manichino vivente, il guru dell’Ashram ne approfitta per fargli svuotare il pozzo nero, Rosanna lo molla… (la tipologia umana che orbita intorno a Mimmo si raccoglie in due duttili interpreti : Antonella Colucci e lo stesso Lacitignola). Ugualmente, i rovesci della sorte non ne intaccano la natura ottimista. Al termine del suo calvario, che passa anche per l’ospedale, Mimmo si ritrova ad essere cantante da metrò : vive ‘a cappello’. Un epilogo mesto? Tutt’altro. Forgiato dalle sue esperienze, Mimmo è diventato invulnerabile : ora progetta di travestirsi da goccia (che fa traboccare il vaso) per prendere parte alla Festa dei Lavoratori… Ancora una messinscena scarna e ripartita in quadri, nei quali con buoni risultati si occhieggia ora al cabaret, ora allo sketch. Originali le scelte musicali di Riccardo Rodio.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 7 Marzo 2017

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