Cronaca

Amgas srl: la trasparenza gestionale non è di casa

L’Amgas srl, l’azienda per la vendita del gas metano interamente di proprietà dell’omonima spa, a sua volta posseduta dal Comune di Bari, più che essere propagandata come “Il calore dei baresi” potrebbe probabilmente essere reclamizzata, più realisticamente, come “Il torpore dei baresi”. Infatti, la società barese di vendita del metano, pur essendo di proprietà pubblica, non brilla affatto per trasparenza gestionale. E nonostante chiuda i bilanci in attivo (l’ultimo presenta un saldo positivo lordo di circa otto milioni di Euro) il sospetto che favoritismi e sprechi abbondino nell’azienda è molto forte, sia per la mancanza di chiarezza di alcuni atti che per l’uso eccessivo del potere discrezionale da parte di taluni vertici aziendali, che in tal modo contribuiscono non poco ad alimentare l’alone di opacità da tempo calato su questa partecipata del Comune. Già qualche anno fa l’Amgas srl finì sulla cronaca locale a causa di alcuni contrasti sorti all’interno del Cda tra il presidente Domenico Mariani ed uno dei componenti, Vincenzo Avantaggiati. Una vicenda relativa all’erogazione di qualche contributo da parte dell’azienda e di altri atti e comportamenti poco chiari, sui quali Avantaggiati avrebbe chiesto invano chiarimenti e documenti, che invece gli venivano negati. Secondo le cronache dell’epoca dovette intervenire addirittura il vice di Michele Emiliano, Alfonsino Pisicchio, che fino a qualche mese fa deteneva la delega assessorile per le aziende partecipate, per dirimere la strana questione interna e mettere così tutto a tacere. Infatti, non se ne seppe più nulla! Ma le zone d’ombra che aleggiano sulla gestione dell’Amgas srl non sono certo finite. Infatti, come già evidenziato dalle pagine di questa stessa testata lo scorso fine agosto, l’Amgas srl è finita al centro di polemiche per la scarsa trasparenza adottata in occasione di un concorso pubblico, per l’assunzione di undici unità lavorative a tempo determinato, con un bando del 6 agosto 2013, la cui data di scadenza per la presentazione delle domande era stata fissata inizialmente al 26 successivo. Ossia il tutto avveniva nelle tre settimane  in cui quasi tutta Italia è in vacanza. Dopo le polemiche, come è noto, la data di scadenza delle domande fu prorogata di un paio di settimane. Però a scuotere ancor di più l’indignazione di molti cittadini baresi, per l’opaca gestione della società comunale di vendita del metano, ci sono le notizie che circolano da tempo in città su alcuni crediti che l’azienda vanterebbe nei confronti di taluni “utenti eccellenti” che sarebbero morosi cronici, a cui l’amministrazione aziendale avrebbe riservato un trattamento di particolare favore nel mettere in atto sia la procedura di recupero del credito, sia quella di sospensione dell’erogazione del gas per le numerose fatture arretrate non pagate. Procedura che, secondo alcune indiscrezioni, sarebbero particolarmente rapide nei confronti di molti utenti comuni, mentre verrebbero avviate a rilento, se non addirittura con riluttanza, nei confronti di utenze riconducibili direttamente, o indirettamente, a personaggi vicini all’Amministrazione cittadina insediata a Palazzo di Città. Infatti, secondo qualche bene informato, tra coloro che avrebbero approfittato della scarsa trasparenza presente nella gestione dell’Amgas srl  ci sarebbe anche qualche assessore della giunta Emiliano e qualche consigliere comunale di maggioranza. Sta di fatto che su queste voci, che circolano da tempo in città, ma ancor di più nel Palazzo di corso Vittorio Emanuele, finora non ha fatto chiarezza né chi avrebbe il dovere professionale e morale di farlo, come ad esempio il collegio dei revisori contabili dell’azienda cittadina del gas, né tantomeno chi avrebbe invece il dovere amministrativo e politico, come ad esempio i rappresentanti delle forze all’opposizione del Comune di Bari, di far piena luce su eventuali abusi, o leggerezze, di chi gestisce “beni” di pubblico interesse. Ed il fatto che più scandalizza molti baresi è proprio la cappa di silenzio che negli ultimi anni, da quando è sindaco Emiliano in particolare, è calata su alcuni temi sensibili per i contribuenti, come lo è sicuramente quello della parità di trattamento nel pagamento dei servizi comuni. Una parità a cui dovrebbero essere di esempio soprattutto gli amministratori pubblici. Invece, a Bari, c’è il fondato sospetto che, con l’amministrazione Emiliano, stia accadendo esattamente il contrario. C’è da augurarsi che sia solo un dubbio che il sindaco di Bari, prima della scadenza del suo mandato, facendo presto nomi e cognomi di chi ha tradito la fiducia concessagli a suo tempo, con l’ingresso in giunta. Ma sono davvero molti i baresi che, ormai, hanno perso anche tale speranza.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 13 Dicembre 2013

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