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Amgas srl tra piani fantasma e speranze di rilancio

 

Se fino a cinque/sei anni fa gli amministratori comunali baresi erano preoccupati delle solite aziende cittadine a trasporti, rifiuti e multiservizi, da un po’ c’è anche quella che commercializza gas ed energia in città (l’unica coi bilanci in attivo) avendo accumulato troppi ritardi in un mercato che, al contrario, non perdona niente e nessuno. E così ora anche Amgas S.r.l. pare essere entrata nella “black list” comunale per colpa di questioni che dovrebbero aver già richiamato l’attenzione del socio unico. Cioè di quel Comune di Bari che, invece, finge di non sapere, non vedere e non sentire, come abbiamo già detto e ripetuto su queste colonne, nelle settimane scorse. Ma quali sono questi ritardi che stanno spegnendo a poco a poco gli aneliti di rilancio dell’azienda Amgas S.r.l. di Corso Alcide De Gasperi? Il disimpegno del consiglio d’amministrazione e direzione generale, per esempio, anche se per fortuna proprio ieri la presidente/dirigente Cirillo è stata finalmente rivista in sede con l’avvocato/presidente Patroni Griffi, proprio per studiare e applicare in fretta un piano di rilancio. Piani di rilancio sui quali pesano, come sanno bene i vertici aziendali, la mancanza di un ‘software aziendale’ ormai vetusto che, nonostante impegni e promesse a cadenza fissa, non è stato nemmeno posto in appalto. Eppoi, ma questo nessuno avrebbe il coraggio di riconoscerlo, un plotone di dipendenti delusi e amareggiati, ripagati a stento con la distribuzione dei premi d’un concorso taroccato l’anno scorso, ma pronti a ricordare che l’unica decisione assunta dal Comune/padrone è stata la decurtazione dalla busta paga di qualche benefit che c’era prima. E dire che proprio per riorganizzare i circa sessanta dipendenti – compresi cinque/sei dirigenti – dall’anno scorso esiste un bel progetto commissionato al professor Gaetano Veneto che doveva essere presentato ‘urbi et orbi’ alla fine dell’anno scorso. E che invece è ancora chiuso negli armadi della direzione generale a Palazzo di Città, in attesa di non s’è ancora compreso quale autorizzazione. In attesa, meglio di chissà quale alto ‘placet’, mentre di certo sono stati liquidati all’ex parlamentare e giuslavorista barese circa 30 mila euro per un prestigioso incarico che, però, certamente il prof. Veneto avrebbe voluto facesse una fine migliore. Almeno per sapere se i suoi suggerimenti sono stati ritenuti utili dal cliente/committente Comune di Bari. Ma dalle parti di C.so Vittorio Emanuele tutto tace. E non solo per il piano sparito nel nulla, del software fuori corso e del personale in fibrillazione a causa di amministratori che appaiono troppo indaffarati, per pensare ai ritardi che sta accumulando una società che – un tempo- avrebbe anche potuto vivere di rendita. Un disimpegno difficile da spiegare, trattandosi peraltro di un’azienda sana e con conti in ordine. E allora, come mai l’amministrazione si disinteressa dell’unico gioiello di sua proprietà, tenendo le antenne alzate solo per le ‘solite’ Amtab, Amiu e Multiservizi? E come mai nessuno parla, come si fa invece dietro le quinte, dell’affidamento a un’altra società esterna dei sempiterni propositi di rilancio che però, a quanto pare, prima si pagano eppoi si lasciano marcire in chissà quali armadi? Una volta questo genere di responsabilità venivano sanzionate a tempo debito, magari dalla magistratura contabile, mentre ora tutto passa sotto silenzio. Salvo gridare allo scandalo quando è tardi, i responsabili scomparsi e l’azienda decotta per sperperi e ruberie…oramai alla canna del gas! 

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 31 Marzo 2016

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