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Amgas srl: troppi incarichi all’esterno, ma che fanno i dirigenti?

Sempre calma piatta all’interno dell’Amgas Srl, ex gioiello tra le municipalizzate di proprietà del Comune di Bari, dopo proteste e manifestazioni delle settimane scorse all’interno del personale, appesantite ulteriormente dalle inchieste in corso sulla gestione aziendale. Indagini che verterebbero – tra le altre cose – sulla necessità di consulenze e incarichi affidati all’esterno e che invece avrebbero dovuto benissimo essere svolti dal personale interno, anch’esso altamente qualificato. Eggià, pochi lo sanno, ma documenti, atti e provvedimenti sequestrati dalle Fiamme Gialle negli uffici di Corso Alcide De Gasperi servirebbero agli inquirenti per verificare la congruità di parecchi degli incarichi affidati a professionisti esterni all’azienda, pur possedendo l’Amgas Srl una mezza dozzina di dirigenti interni lautamente stipendiati dal Comune che quelle mansioni dovrebbero svolgere per contratto, evitando sprechi inutili. In sospeso, oltre alla sovrapposizione degli incarichi, la contrattazione di secondo livello bellamente ignorata dai vertici aziendali nonostante le pressioni sindacali dei mesi scorsi, ma nel mirino anche piani di rilancio aziendali affidati a grandi esperti, costati una cifra (denaro pubblico) e infine rinchiusi nel cassetto. Come mai? Ma andiamo con ordine e torniamo a occuparci di aspetti già noti, almeno su queste colonne. All’Amgas srl si sono spostati sull’Aventino da mesi, improvvisamente, sia il presidente-dirigente comunale e sia il direttore generale non più dediti a tempo pieno all’azienda, nell’indifferenza di un Ente-proprietario che, come abbiamo detto e ripetuto, finge di non sapere e di non vedere. E così le voci all’interno dell’azienda corrono in libertà, discettando proprio sul disimpegno dei vertici e sul disinteresse dell’ente proprietario, per cui diventa spiegabile anche la mancata applicazione di quel piano di riorganizzazione del personale commissionato al giuslavorista ed ex parlamentare Gaetano Veneto. Al quale l’anno scorso il Comune aveva commissionato un ambizioso progetto per la revisione, appunto, dell’organigramma Amgas Srl. Un piano di revisione della pianta organica, dunque, che doveva servire proprio a rivedere la pianta organica con compiti e funzioni dei troppi dirigenti e posizioni organizzative (praticamente i vice dirigenti) snidando probabilmente non poche sacche di privilegio. Ecco spiegato il motivo, secondo i più maligni, per cui da oltre sei mesi –doveva essere presentato entro la fine del 2015 – giace negli uffici di sorveglianza dell’Ente Comunale il piano-Veneto, costato oltre ventimila euro all’Erario comunale. Infatti, a parte il direttore generale Davide Pellegrino, nessuno –almeno ufficialmente – l’ha ancora visionato quel piano essendo stato, come detto, ‘secretato’ proprio perché forse dava fastidio a qualche ‘mandarino’ all’interno all’azienda, cioè a qualche dirigente ben agganciato nelle stanze comunali. Tutte storie che poco e niente hanno a che vedere con il rilancio di un’azienda e un’amministrazione moderna, seria e all’avanguardia, guidata da un sindaco che – perlomeno a parole – in campagna elettorale aveva promesso di mettere i conti a posto e rilanciare le sue società fin dai primi mesi di governo cittadino. E invece, non solo il gas non gli ha ancora preso la mano all’Amgas Srl, ma a comandare restano privilegiati (e imboscati) in grado di bloccare sul nascere un progetto di riorganizzazione del personale pagato a caro prezzo dai contribuenti baresi…

Francesco De Martino


Pubblicato il 23 Giugno 2016

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