Cronaca

Amianto, la Scienza col coltello fra i denti

Massicciamente impiegato in edilizia per aumentare la resistenza del cemento tenendo basso il peso degli elementi prefabbricati, l’amianto non può più essere adoperato. Lo stesso, intorno a questo minerale fibroso e non combustibile continua a muoversi un gioco di soldi e di interessi addirittura più alto che in passato. Perché è elevatissima la quantità di rifiuti corrosi dalle intemperie e dalle piogge acide che vanno rimossi e messi in sicurezza. I metodi sinora in uso per neutralizzare la minaccia sono due : la stabilizzazione dentro matrici cementizie da mandare in discarica e l’inertizzazione con sistemi chimico-fisici. Il primo sistema – che ignora il d.m. 248 del 2004 dove si precisa che inertizzare l’amianto significa arrivare ad una completa “trasformazione cristallochimica” di questo minerale – si presta però ad un grave inconveniente : la matrice cementizia può nel medio-lungo periodo degradarsi per interazione con acidi organi o inorganici contenuti nel percolato di discarica ; le fibre possono allora tornare in superficie attraverso le acque superficiali e, all’evaporazione di queste, liberarsi nell’aria. Il secondo sistema prevede che i rifiuti vengano portati a temperature tali da far perdere all’amianto le caratteristiche cristallochimiche e morfologiche. Dopo la fusione si ottiene un prodotto insolubile e friabile, una materia prima di valore secondario utilizzabile per produrre piastrelle in ceramica, mattoni, calcestruzzo, malte, conglomerati bituminosi… Pur efficace e a basso impianto ambientale, il processo presenta due gravi limiti : la bassa produttività e l’eccessivo costo ; tra l’altro non è applicabile in Italia, non disponendo il nostro paese di forni adatti (serve una torcia al plasma che agisca nel crogiuolo del reattore). Si parla perciò di sistemi alternativi come il far interagire amianto e siero di latte o sottoporre l’amianto ad un bagno di acqua “supercritica”… Esiste davvero un sistema economico ed infallibile per inertizzare l’amianto? C’è chi dice sì. A rilanciare la speranza è questa volta il Prof. Norberto Noveri, che presenterà un metodo innovativo sabato prossimo alle 17 nei locali del Castello di Ceglie del Campo nell’ambito di un convegno pubblico organizzato dall’ONA ; L’Osservatorio Nazionale sull’Amianto è un’associazione di utilità sociale che, in coerenza con i principi sanciti dalla nostra Costituzione e dei Trattati internazionali, e grazie al contributo di decine di volontari attivi su tutto il territorio nazionale, assiste gratuitamente cittadini e lavoratori esposti, già esposti e vittime dell’amianto e di altri cancerogeni (l’assistenza si estende ai loro familiari).

Italo Interesse

 

 

 


Pubblicato il 7 Luglio 2015

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio