Cultura e Spettacoli

Amleto, il Principe è stanco

Continua in decentramento la stagione di prosa del Teatro Piccinni, ancora nelle condizioni di un cantiere (lo stato delle cose non autorizza a sperare nemmeno in un ritorno in attività per la fine del 2013). Dopo l’esordio al Petruzzelli con ‘Notte di una notte di mezza estate’, l’appuntamento successivo (‘La parola padre’) era andato in scena al Royal. Per il terzo spettacolo è toccato al Kismet mettere a disposizione il proprio palco. Teatro di Strada San Giorgio gremitissimo giovedì scorso per la prima di ‘Il Principe Amleto’. Particolarmente grandi erano le attese per questo allestimento de La Corte Ospitale. Le attese non sono andate deluse. Uno spettacolo denso, che avrà anche chiesto molto alla platea (cento minuti senza interruzione) ma che non ha lesinato emozioni. Danio Manfredini, che riduce il testo, lo interpreta e lo dirige, ricorre alle maschere. Mascherati, i personaggi somigliano a morti strappati al sepolcro ; sensazione acuita dall’assenza di scena e dall’avaro disegno luci che alimento un senso d’oltretomba e di necromantico. Con enfasi lenta, con voci deformate dalle maschere, legnosi e privi d’espressione, Polonio, Ofelia, Claudio, Gertrude e gli altri si muovono in un limbo cupo senza sorriso, rabbia, sospetto o livore. Come all’interno di una Corte dei Miracoli, si muove stranito un Principe stanco e depresso, vinto e invecchiato anzitempo. Quello di Manfredini  è un Amleto deformato, visto attraverso il collo di una bottiglia. Numerosi le soluzioni drammaturgiche che lasciano il segno : I quadri in movimento, alcuni spigolosi accenni coreutici, i personaggi in cornice che ornano un’ideale galleria del ricordo per la quale arranca un Amleto a volte costretto anche alla carrozzina. Devastante la scena finale : Ai lati di un Cristo inchiodato ai soli piedi, due Ladroni (Amleto e Laerte) si contendono l’onore restando con le mani attaccate ai bracci della croce ; una voce fuori campo racconta il tragico duello. La conclusiva ‘deposizione’ dei Ladroni con annessa Pietà è un’ideale sipario-sudario che col buio s’adagia su uomini e cose. Rilevante il contributo del cast composto oltre che dallo stesso Manfredini, da : Guido Burzio, Cristian Conti, Vincenzo Del Prete, Angelo Laurino, Mauro Milanese e Giuseppe Semeraro. – Il prossimo appuntamento con la stagione di prosa del Piccinni è ancora in decentramento al Kismet. Dal 15 al 18 novembre sarà in cartellone ‘Piccola Antigone’ e ‘Cara Medea’, di Antonio Tarantino, con Teresa Ludovico e Vito Carbonara ; spazio e luci di Vincent Longuemare, regia di Teresa Ludovico.

Italo Interesse


Pubblicato il 3 Novembre 2012

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