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Amministrative del 2019: forse il primo “no” a Decaro dai “vendoliani” baresi

Manca un anno esatto alle elezioni amministrative di Bari, con il rinnovo del consiglio e della carica per la poltrona di Primo cittadino ma, eccettuata qualche isolata iniziativa politica, lo scenario cittadino è ancora complessivamente fermo sia sui nomi dei possibili candidati sindaci che sulle eventuali coalizioni politiche che concorreranno per conquistare la guida del Palazzo di corso Vittorio Emanuele. Però, non passerà verosimilmente molto tempo ancora che quasi tutte le forze presenti sulla scena politica cittadina si metteranno in moto per affrontare la “battaglia” amministrativa barese del prossimo anno. Infatti, la corsa per le comunali baresi del 2019 è sicuramente destinata ad entrare nel vivo già prima dell’estate, dopo che si conoscerà l’andamento delle amministrative del prossimo 10 giugno nei 47 Comuni pugliesi chiamati al voto, tra i quali figurano anche alcuni grandi centri come Altamura e Monopoli nel barese, Barletta nella Bat e Brindisi nel Salento. A tentare di smuovere le acque della stagnante situazione politica nel capoluogo e, in particolare, del centrosinistra locale è il partito di Sinistra italiana, che di recente ha svolto un’assemblea cittadina di iscritti e simpatizzanti, al fine di gettare le basi di un’iniziativa politica che sfoci in una proposta unitaria delle forze della sinistra locale per l’appuntamento elettorale barese del prossimo anno. Dall’assemblea barese di Si è emerso un documento politico che, dopo aver fatto il punto della situazione, lancia un primo segnale su quelle che verosimilmente sono gli orientamenti di quest’area politica della sinistra barese e sulla visione che essa ha per il futuro della città, cominciando proprio dalla costruzione, possibilmente unitaria, di una proposta politica da mettere in campo a Bari, in vista delle elezioni comunali del prossimo anno. Si legge nel documento che fa il reso conto dell’assemblea cittadina di Si: “Crediamo che sia arrivato il momento di mettere in campo una grande stagione di impegno collettivo”. E continuando: “Ci mettiamo a disposizione e ci impegniamo attivamente per aprire una discussione comune e senza primogeniture con le realtà organizzate del nostro territorio dai partiti politici come Mdp, Possiibile e Rifondazione Comunista, alle realtà politico-associative come “la giusta causa” e “convochiamoci per Bari”, da coloro con cui abbiamo condiviso il percorso di ‘Liberi e Uguali’ a chi ha fatto altre scelte e chi non siamo riusciti a coinvolgere”. Insomma, l’anima barese del partito di Si vuole “ aprire uno spazio pubblico, di sinistra, in cui tante e tanti possano riconoscersi e cui tutti i soggetti organizzati possano cedere sovranità, con un percorso democratico e partecipativo sul modello organizzativo delle coalizioni civiche di Padova e Bologna”. Ma la vera novità contenuta nel documento di Si è la messa in discussione del sostegno politico alla riconferma del sindaco in carica, Antonio Decaro (Pd), che alle amministrative del 2014 ebbe nella sua coalizione anche la sigla di Sel (Sinistra ecologia e libertà), formazione fondata qualche anno prima dall’ex governatore pugliese Nichi Vendola, e dal cui scioglimento – come è noto – ultimamente è scaturito la nuova sigla partitica di Si ed alla quale l’ex governatore pugliese è tuttora legato politicamente. Infatti, continuando nella lettura dl resoconto assembleare di Si, riscontriamo: “Abbiamo sempre imputato pubblicamente a Decaro una mancanza di visione ampia e condivisa, pur riconoscendogli diversi meriti come amministratore ci separa da lui una grande distanza politica, in parte relativa alle questioni locali, ma specialmente sulle questioni nazionali, che non sono certo secondarie per una grande città come Bari”. Come a voler dire al sindaco renziano barese: “Tranne la mancanza di una visione ampia e condivisa, noi di Si non abbiamo molte critiche da farti. Però, politicamente sei molto distante da noi”. In realtà, proseguendo nella lettura del testo dello stesso documento, si scopre che delle critiche a Decaro, sia pur in forma molto attenuata, Si le muove e non sono affatto di poco conto, considerato che si accenna a “deludenti politiche culturali” ed “all’abbandono di alcuni quartieri periferici”. Ma il passaggio in cui emerge in modo netto la presa di distanza di Si dal sindaco Decaro per le prossime amministrative baresi è quello in cui i “vendoliani” baresi di Si dichiarano: “Decaro ci chiede di confrontarci, siamo disponibili a discutere, ma solo sul merito dei provvedimenti che intenderà intraprendere in questo scorcio di consiliatura, non certo sugli assetti di governo della città, ma a partire da grandi questioni: il consumo di suolo, la cittadella della giustizia, la lotta alle mafie, la gestione del patrimonio pubblico fino al nodo cruciale di un welfare contro le diseguaglianze”. Affermazioni, queste ultime, che in “politichese” hanno un preciso significato. Ossia che Si è disponibile al confronto sui problemi della città con Decaro, ma non ad impegnarsi per un sostegno alla sua riconferma. Tanto è vero che, a conclusione del documento di Si, viene ribadito il succo stesso del resoconto dell’assemblea che è: “In tanti ci chiedono cosa faremo alle prossime elezioni, chi sosterremo, con chi ci candidiamo”. E la risposta a questi interrogativi è: “Vorremmo deciderlo in un percorso vero e partecipato, insieme alle forze politiche e sociali e a tutte e tutti coloro che vorranno impegnarsi per cambiare la nostra città, rendendola più giusta, inclusiva, accogliente e solidale. Ci impegneremo per questo”. E più chiari di così, nel prendere le distanze da Decaro per la sua riconferma nel 2019, i “vendoliani” baresi forse non avrebbero potuto esserlo.

 

 

Giuseppe Palella

 


Pubblicato il 5 Maggio 2018

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