Cultura e Spettacoli

Amore e soldi, duello antico

Scritto nel 2006 da Dennis Kelly, ‘Love & Money’ è un’affilatissima (e complessa) denuncia del languire del sentimento sotto il tallone di ferro del più antico e letale connubio, quello fra potere e denaro. Un fenomeno antico quanto il mondo, se si vuole, ma che nella società di oggi assume connotati di tale sbracata spietatezza da mettere in crisi l’idea che la Creazione sia davvero il frutto di un raffinato e meraviglioso disegno. Rigidamente fratto in scene,  ‘Love & Money’, fugge il senso cronologico. Il che affatica un poco lo spettatore. Una cosa che non spaventa la Compagnia del Sole che  – anzi – alza la posta proponendo il debutto del suo allestimento ad una platea di studenti delle Superiori. Chapiteau gremito sabato mattina per questo debutto inserito in ‘Il respiro della città’, rassegna che a sua volta rientra nel Festival Internazionale dei Mondi. Difficile la condizione ambientale : Un tendone da circo può prestarsi a contenitore teatrale altrettanto che un opificio, un magazzino o un capannone. Ugualmente resta quello che è. Non è impermeabile al chiasso esterno e l’acustica funziona sino a quando i microfoni non fanno le bizze. Buona comunque la ‘tenuta’ della platea, tenuto conto delle caratteristiche del testo e della notevole lunghezza del lavoro. En passant, non si può fare a meno di tessere elogi per docenti che nell’avvicinare i propri ragazzi al teatro abbiano messo da parte l’abusatissimo ‘pacchetto’ Goldoni-Pirandello-Shakespeare a favore di un autore contemporaneo e finalmente sensibile ai temi del presente globale (al centro della drammaturgia di Kelly sono spesso personaggi giovani, collocati all’interno di contesti segnati dal cinismo e dall’antagonismo esasperato). La regia di Marinella Anaclerio, che lavora sulla traduzione di Gian Maria Cervo, esalta il colore scarno e astioso del testo del drammaturgo britannico ; testo che, opportunamente, non viene purgato degli acuti grevi. Qualche volta si sconfina nell’algido, complice anche una scena che, ben disegnata e meglio illuminata, sembra tagliata col bisturi. Altre volte una certa fissità dell’azione rende faticosa questa promenade nella più spregiudicata insolenza, consumata sul filo del non senso. Nel complesso, però, il gran lavoro della Anaclerio e compagni merita rispetto. In particolar modo palpabile, e perciò degna di encomio, la coralità dello sforzo prodotto dal cast. Notevoli  le interpretazioni di Stella Addario, Flavio Albanese, Antonella Carone, Patrizia Labianca, Tony Marzolla e Domenico Piscopo (scena e costumi : Luigi Spezzacatene ; disegno luci : Franz Catacchio).

Italo Interesse


Pubblicato il 4 Ottobre 2016

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