Anche a Bari annaspa ‘Scuole Sicure’, aspettando telecamere, uomini e mezzi
Annaspa anche a Bari il Piano straordinario per combattere lo spaccio della droga davanti alle scuole, lanciato dal Ministero dell’Interno Salvini appena a settembre scorso. A disposizione del progetto che interessa tutti i grandi comuni italiani un fondo da 2,5 milioni per maggiori controlli, assunzione di agenti della polizia locale, ma anche per installare impianti di videosorveglianza nei pressi delle scuole. Ma a Bari, come detto, sono cominciati subito i problemi, a partire dalle associazioni studentesche che hanno chiesto al Sindaco di non legittimare il piano, dirottando i finanziamenti a edilizia scolastica e sensibilizzazione contro le droghe. Per l’Unione degli Studenti: “…le scuole sicure sono quelle inclusive, quelle con tutti i certificati necessari per dichiararne l’agibilità e che non crollano durante le ore di lezione, non quelle con sempre più agenti di polizia e strumenti repressivi”. E se gli studenti sono entrati in fibrillazione, al Comando della Polizia Locale di Japigia, invece, il Comandante ha dovuto fare i conti con la penuria di uomini da mettere a disposizione del progetto partito dal Viminale, tanto che con un avviso affisso in bacheca un paio di settimane fa cercava, appunto, appena quattro unità da impiegare nell’attività di prevenzione e contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti nei pressi degli istituti scolastici. Quattro vigili urbani da impegnare al di fuori degli orari di lavoro per non oltre quattro ore al giorno, da dicembre a maggio dell’anno prossimo. Insomma, l’organico della polizia locale barese è ancora insufficiente per progetti specifici come ‘Scuole Sicure’, peraltro forse anche sprovvisto delle cognizioni adatte in caso di intervento, per azioni demandate da sempre alle forze dell’ordine. Tanto che perfino nella Capitale il progetto è stato già sospeso con tanto di circolare, prendendo atto delle sue evidenti criticità, dal reperimento degli agenti necessari fino a mezzi e strumenti. Però a Palazzo di Città nel capoluogo non hanno ancora alzato le mani, anche se in sede di Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, il progetto “Scuole sicure” è stato finanziato con 81.500 euro. Il progetto, a cura della Polizia locale in accordo con gli assessorati alle Politiche educative e ai Lavori pubblici, prevede l’installazione di cinque sistemi di videosorveglianza da ubicare nelle aree adiacenti alle scuole al fine di poter raccogliere, custodire e diffondere informazioni rilevanti per la tutela degli studenti e la realizzazione di un’attività di informazione, sensibilizzazione e prevenzione negli istituti scolastici, con l’obiettivo di rendere consapevoli gli studenti degli effetti devastanti dell’uso di droghe e sostanze psicotrope. I cinque sistemi saranno connessi con la sala operativa della Polizia locale e della Questura, anche attraverso l’impiego di un numero maggiore di agenti e l’aumento del monte ore. Infine, l’assessorato alle Politiche educative e giovanili si era impegnato a delineare i percorsi di formazione e sensibilizzazione insieme alle associazioni studentesche, alle realtà impegnate per la promozione della legalità e agli operatori del settore socio-sanitario. Certo, come ha ammesso la stessa assessora Paola Romano, il triste fenomeno dello spaccio non si contrasta solo con la videosorveglianza o aumentando i controlli nelle immediate vicinanze della scuola: bisogna lavorare di più e in maniera costante sull’informazione e sulla prevenzione, rendendo i ragazzi stessi parte attiva di un percorso. In ogni caso la somma destinata al capoluogo in questa prima fase è molto esigua e consente l’acquisto di soli 5 sistemi di sorveglianza, che si aggiungeranno alle oltre 250 telecamere già disseminate sul territorio cittadino, da piazzare nei pressi delle scuole non munite di telecamere e con il maggior numero di studenti.
Francesco De Martino
Pubblicato il 1 Dicembre 2018