Anche in Puglia ha luogo la simbiosi Aristolochia-Zerynthia
Pur appassionanti, botanica e zoologia hanno il limite di adoperare termini ostici. Ad esempio, apprendere che in Puglia ha luogo la simbiosi Aristolochia-Zerynthia Cassandra mette apprensione. In questi casi l’idea di sgradevoli forme mutanti e reminiscenze di film horror fanno presto a farsi strada. E invece stiamo parlando di fiori e farfalle. L’Aristolochia è una pianta il cui fiore, rigonfio e globoso, si presenta in forma tubolare, mentre la Zerynthia-Cassandra è la più rara (perciò anche protetta) delle 123 varietà di farfalle pugliesi. Delle due specie, la seconda trova nella prima la sua ragione di nutrimento. E siccome anche in natura niente si fa per niente, il fiore chiede all’insetto un piacere : impollinarsi a dovere. Ciò avviene così : Il forte profumo dell’Aristolochia attira la Zerynthia-Cassandra. Una volta posatasi sul bordo del fiore, la farfalla vi scivola all’interno. Qui numerosi peli la trattengono il tempo necessario alla fecondazione. Operazione affatto rapida poiché il nostro povero lepidottero dovrà pazientare fino a che il fiore non appassisca per ritrovare la libertà. Tale ‘procedura’ è già annunciata nel termine botanico : Aristolochia deriva dalle parole greche ‘aristos’ (migliore) e ‘locheia’ (utero): Insomma, catturata dall’utero più fragrante, la nostra farfalla vi resta prigioniera allo stesso modo che nell’increscioso caso (il lettore tolleri la divagazione latina) del ‘penis captivus’. Ma a leggere Cicerone le cose stanno diversamente : La pianta prende nome da quello di un uomo che attraverso modalità inusuali venne a scoprire un prezioso segreto. Nel ‘De Divinatione’ si legge infatti : “Quale utilità ha la radice del convolvolo come purgante, quale ha l’aristolochia contro il morso dei serpenti, il cui nome deriva proprio dal suo scopritore, Aristolochos, che la vide in sogno ; io vedo che ciò è possibile e mi basta ; perché sia possibile non lo so”). Un’ultima curiosità : perché battezzare questo splendido lepidottero col nome della sfortunata figlia di Priamo? Per capirlo dobbiamo andare al 1828, anno in cui per la prima volta questa farfalla fu studiata. A descriverla non fu uno scienziato, bensì un pittore. Carl Geyer affiancava in qualità di illustratore il grande entomologo Jacobs Hübner. Quando quest’ultimo morì, Geyer pensò di proseguirne il lavoro lasciato a metà. Giunto il momento di catalogare questa varietà di Zerynthia, volle leggere nel meraviglioso disegno di quella farfalla un che di inquietante. Era come se quell’alternarsi geometrico di ‘campi’ chiari e scuri nascondesse un messaggio, volesse mettere in guardia contro qualcuno o qualcosa… Così a Geyer, che era un appassionato di cultura classica, venne in mente Cassandra, la quale come è noto morì uccisa dopo aver inutilmente messo in guardia prima i troiani contro i pericoli di Paride e del Cavallo, poi Agamennone contro i disegni sanguinosi di Clitemnestra.
Italo Interesse
Pubblicato il 26 Giugno 2013