Anche la Cgil “boccia” Decaro per la richiesta di terzo mandato
Il sindaco non demorde nel chiedere l'eliminazione di incandidabilità dei sindaci dopo due esperienze, in contrapposizione anche alla linea politica del Pd
Anche la Cgil attraverso Gigia Bucci, segretaria della Camera del Lavoro di Bari, boccia senza possibilità d’appello la richiesta del direttivo nazionale dell’Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni italiani, e in particolar modo del suo Presidente, Antonio Decaro, di abolizione del limite temporale di due mandati consecutivi per i sindaci di Comuni con popolazione superiore a 15mila abitanti. Infatti, come già riferito in un nostro precedente servizio pubblicato sull’edizione di ieri, il Primo cittadino barese in un recente convegno a Montecitorio è ritornato a chiedere al Governo ed al Parlamento, a nome dell’Anci, la modifica della legge elettorale del 1993, che ha introdotto l’elezione diretta dei sindaci con il limite, però, di due mandati consecutivi. Per il sindaco barese Decaro, come è noto, il secondo mandato consecutivo scade nella primavera del 2024. Quindi, tra circa un anno. Perciò la questione lo riguarda direttamente e se non dovessero esserci novità normative in ordine all’incandidabilità dopo due mandati consecutivi, Decaro nella primavera del prossimo anno non avrebbe altra prospettiva politica di ricollocazione immediata, se non quella di candidarsi al Parlamento europeo, per tentare di conquistare un seggio a Bruxelles. Diversamente dovrebbe o ritornare alla sua professione di ingegnere all’Anas, con la speranza, poi, di potersi candidare nella primavera del 2025 a presidente della Regione Puglia, se le condizioni politiche all’interno del centrosinistra glielo consentiranno, oppure attendere per candidarsi alle prossime elezioni politiche, che verosimilmente non si svolgeranno prima del 2027. Per la verità, potrebbe esserci anche una terza ipotesi per Decaro alla scadenza del suo secondo mandato, in attesa di candidatura alla Regione o al Parlamento nazionale, è sarebbe quella di farsi nominare da esterno in qualche Giunta guidata da qualche sindaco amico. Però, questa sarebbe forse una prospettiva quasi da ultima spiaggia alla luce di quelli che sono i recenti sviluppi dello scenario politico nazionale del suo partito, il Pd. Quindi, senza la possibilità di un terzo mandato da sindaco, il Primo cittadino barese nel 2024, quasi sicuramente, sarebbe destinato a doversi candidare alle europee, se non vorrà rischiare di restare fuori da giochi almeno per qualche anno. Una candidatura, quella al Parlamento di Bruxelles che non è di certo una passeggiata, sia perché l’elezione è con il sistema proporzionale e la pluri-preferenza sia, soprattutto, perché la Circoscrizione elettorale che lo riguarderebbe, quella meridionale per l’appunto, è formata da ben sei regioni (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise e Puglia), per cui la partita elettorale presenta molte incertezze, in quanto i candidati dei partiti maggiori (e tra questi c’è il Pd) che in teoria hanno più possibilità di riuscita sono quelli della regione con il maggior numero di elettori, che in questo caso è la Campania. Infatti, attualmente i 4 europarlamentari dem eletti nel 2019 nella Circoscrizione meridionale sono tutti campani. Inoltre, è possibile che il nuovo corso del Pd a trazione Schlein, per le elezioni europee, dalla nostra possa far scendere in campo altri autorevoli candidati di area non “bonacciniana” e da mettere in competizione con lo stesso Decaro, oltre che con i concorrenti dem campani della stessa corrente politica del Primo cittadino barese e Presidente dell’Anci. Stando così i fatti, allora è sin troppo evidente l’interesse del sindaco Decaro di ottenere l’abolizione del limite dei due mandati consecutivi per la candidatura alla guida del Comune. Una rielezione, quella a sindaco se gli fosse consentito, che lo metterebbe al riparo sia dal rischio di una eventuale non elezione a Bruxelles, sia da quello di una mancata nomination per la guida della Regione qualora nel 2025, da accordi nazionali, la candidatura a Presidente per il centrosinistra in Puglia fosse attribuita ad un esponente del M5S. Insomma, per il sindaco Decaro un eventuale terzo mandato a Palazzo di Città lo metterebbe al riparo da incertezze politiche che potrebbero farlo uscire di scena, dopo un ventennio di scalate inarrestabili (assessore, consigliere regionale, deputato, sindaco e presidente dell’Anci) e, forse, per lui stesso inimmaginabili. Ma evidentemente, dopo vent’anni di successi e di potere, anche il sindaco Decaro comincia, forse, a perdere colpi e lucidità politica. Infatti, come ha dichiarato in un’intervista la segretaria barese della Cgil, Bucci per l’appunto, è una sorpresa che un sindaco, qual è Decaro, iscritto al Pd (e, per altro, lui stesso, a suo tempo, frutto di un rinnovamento!) proponga una cristallizzazione del sistema di potere, con l’abolizione di un limite temporale al governo delle città, posto notoriamente a tutela sia del rinnovamento che dell’alternanza democratica. E, quindi, per evitare le incrostazioni di potere che facilmente possono determinarsi qualora si verificasse una guida prolungata da parte di uno stesso “soggetto” politico. Al riguardo sarebbe sufficiente leggersi gli atti dei lavori parlamentari che nel 1993 portarono all’introduzione dell’elezione diretta dei sindaci. Un rinnovamento che, inoltre, è alla base anche del programma che ha determinato alle Primarie la vittoria della neo-segretaria del Pd, Schlein, sul suo rivale Bonaccini. Ma Decaro, forse, non ha ancora metabolizzato la bruciante sconfitta congressuale della parte politica dem con cui si è schierato all’ultimo congresso e, quindi, del suo “passo” falso commesso nel posizionarsi al fianco di Bonaccini. Infatti, questa è la prima volta per Decaro che, da quando nel 2007 è sorto il Pd, ha fatto male i suoi “calcoli” sul possibile vincitore congressuale. In precedenza, infatti, il Primo cittadino barese era sempre riuscito a salire in anticipo sul carro vincite, interno al Pd. E volendo adattare per Decaro una nota massima di andreottiana memoria al tempo attuale, si potrebbe affermare che l’insistenza del Primo cittadino barese sull’abolizione del limite di mandati per i sindaci metropolitani anche contro l’attuale linea di rinnovamento del suo stesso partito ed il suo recente errore di calcolo politico, commesso nel ritenere verosimilmente scontata l’elezione di Bonacci a segretario del Pd, dimostrano che il “potere logora non solo chi non ce l’ha” (cit. di Giulio Andreotti), ma ancora di più chi sta per perderlo e sicuramente non vorrebbe farselo sfuggire. Però, come è noto, anche in politica, prima o poi, la ruota gira per tutti!
Giuseppe Palella
Pubblicato il 24 Marzo 2023