Cronaca

Anche la Melini abbandona la nave berlusconiana

Il partito di Silvio Berlusconi che da quando è sorto, nel 1994, alle elezioni politiche è sempre stato ai vertici delle classifiche nel capoluogo pugliese, da ieri non ha più alcun rappresentante nel consiglio comunale barese. Infatti, con la recente dissociazione da Forza Italia anche della consigliera Irma Melini, il gruppo dei quattro rappresentati del partito Azzurro presenti nell’aula “Dalfino” dopo le amministrative del 2014 risulta letteralmente azzerato. La scelta della Melini di abbandonare Fi, stante a quanto comunicato ieri nel corso di un’apposita conferenza stampa a Palazzo di Città, sarebbe la conseguenza diretta della decisione di qualche giorno fa di Berlusconi di commissariare il partito barese con la nomina del deputato Francesco Paolo Sisto a nuovo responsabile cittadino, dopo che un altro consigliere barese, Michele Picaro (fino a poco tempo fa coordinatore cittadino di Fi insieme alla Melini), è passato nelle fila degli “alfaniani”. Come si ricorderà, Melini e Picaro erano stati nominati responsabili cittadini di Fi a marzo dello scorso anno dal segretario pugliese del partito, Luigi Vitali, che, per rimuovere da ruoli di partito i fedelissimi del dissidente Raffaele Fitto, decise di rinnovare in Puglia tutti i vertici locali di Fi. A Bari, quindi, furono scelti come coordinatori cittadini Melini e Picaro che, tra i quattro rappresentanti di Fi al Comune, erano considerati i meno vicini all’eurodeputato di Maglie (Le). Infatti, gli altri due eletti del partito di Berlusconi  alle amministrative del 2014, Pasquale Finocchio e Fabio Romito, pur rimanendo nel gruppo di Fi, avevano da subito mostrato di non essere in sintonia con il nuovo vertice regionale forzista, perché entrambi vicini a Fitto. Sta di fatto, però, che ora sia Picaro che la Melini sono usciti allo scoperto prendendo formalmente le distanze da Fi prima ancora di Finocchio e Romito che solo ora, dopo l’abbandono degli altri due, hanno comunicato ufficialmente alla Presidenza del consiglio ed alla Segreteria generale di lasciare il simbolo con cui, alle ultime amministrative, sono entrati nell’ Assemblea comunale barese, per aderire al gruppo Misto. Gruppo, quest’ultimo, che ora al Comune di Bari, con l’adesione anche di Melini, è per consistenza il più numeroso dopo quello del Pd. Infatti, il partito del sindaco, Antonio Decaro (Pd), con la recente adesione del fuoriuscito da Sel, Pierluigi Intona, annovera ben 9 consiglieri, ossia un quarto dell’intera Assemblea cittadina, mentre il gruppo Misto complessivamente, tra un fuoriusciti dal Pd (Ilaria De Robertis) ed uno dal gruppo della civica “Decaro sindaco” (Michele Caradonna), i due rappresentanti dell’appena disciolto gruppo “Sud al Centro” (Anita Maurodinoia e Lucio Smaldone) ed i nuovi arrivi degli ex forzisti (Finocchio, Melini e Romito), dovrebbe attestarsi  a sette componenti e, quindi, al secondo posto per consistenza, appena dietro quella del Pd. Infatti Melini, oltre ad annunciare il divorzio da Fi, ha pure  ha annunciato di avere protocollato la richiesta di iscrizione al gruppo Misto, presentando la sigla ed il simbolo di una propria nuova formazione, “#Scelgobari”, in cui d’ora innanzi intende riconoscersi. “Abbandono la nave per ultima”  ha polemicamente sottolineato Melini durante la conferenza stampa, alludendo al fatto che appena saputo del suo abbandono anche Finocchio e Romito hanno formalizzato l’uscita da Fi, per fare evidentemente che il partito di Berlusconi, dopo 21 anni, non avesse più alcun rappresentate nella massima Assemblea barese. “E mi salvo – ha commentato inoltre l’ex esponente berlusconiana –  solo perché so nuotare”. Perché, secondo lei “La nave (ndr – di Berlusconi) va a picco”. “Ho chiamato i parlamentari Nunzia De Girolamo e Michele Boccardi per informarli della situazione” ha rivelato pure Melini, che ha precisato di aver saputo della scelta di Berlusconi di rimuoverla dall’incarico di coordinatrice cittadina dallo stesso Sisto che poi ha avuto la delega. Ed, in fine, l’ex coordinatrice forzista si è sfogata affermando: “Questo non è il partito che abbiamo servito. Non riconosco, insieme agli altri componenti dell’ex segreteria cittadina, il commissariamento stesso”. Affermazioni, queste ultime, politicamente pesanti nei confronti di un partito, Fi, che alle scorse regionali aveva addirittura candidato Melini come capolista della circoscrizione barese. Per non parlare, poi, del fatto che la stessa Melini risultava anche essere collaboratrice politica ed assistente parlamentare del prescelto da Berlusconi per la guida cittadina di Fi a Bari. Come dire che Melini, da semplice esponente comunale del partito, si sia ora messa sullo stesso piano del suo “datore di lavoro” in politica. Ma se così fosse, probabilmente in Forza Italia a Bari c’è qualcosa che non quadra più. Cosa? E forse ancora un po’ presto per venirne a conoscenza. Anche se non è difficile immaginare che con la nuova legge elettorale di Matteo Renzi per la Camera, l’Italicum, la coperta comincia ad essere troppo corta ormai per un partito come Fi che, alle prossime politiche, potrebbe non avere più molti posti a sedere per i nominati, ma molti in piedi per i candidati con la preferenza.          

Giuseppe Palella

 

 

 

 

 

 


Pubblicato il 11 Febbraio 2016

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