Cronaca

Anche la prossima annata olivicola rischia una contrazione

 

La prossima campagna olivicola, a causa del calo delle piogge primaverili, potrebbe subire un calo almeno del 30% in Puglia e del 60% a livello nazionale rispetto alle previsioni di prima della fioritura primaverile degli ulivi. A darne notizia è “Coldiretti Puglia” che, secondo un proprio studio, lo scorso mese di maggio in Puglia le piogge sono diminuite del 49,3% , registrando dal  2012 ad oggi  un preoccupante calo complessivo del  26%, rispetto a precedenti dati pluviometrici e di andamento climatico. Dati, questi, resi noti nel corso di un recente incontro a Montalbano di Fasano (Br), dove si è fatto il punto sull’andamento del comparto oleario con rappresentanti dei Carabinieri, dell’Università, della Camera di Commercio di Bari e della Regione Puglia. La prevista riduzione di produzione causa anche pesanti  ripercussioni sull’olivicoltura che, davanti a ingenti cali di quantità, diventa un settore ancora più a rischio frodi e sofisticazioni. Infatti, in una nota il presidente pugliese di Coldiretti, Gianni Cantele, in una nota ha affermato che “più di due bottiglie su tre riempite in Italia contengono olio di oliva straniero, ma i consumatori non lo sanno”. Per cui, secondo Cantele, “gli ottimi risultati dell’attività di contrasto confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione con la riforma dei reati in materia agroalimentare”, ricordando che “l’olio è il terzo prodotto pugliese più esportato, per un valore di circa 106 milioni di Euro, quasi il 9% dell’export di olio dall’Italia”. Essenziale per il comparto – secondo il presidente di Coldiretti Puglia – è puntare sulla promozione e valorizzazione dell’olio extravergine di oliva, con particolare riguardo ad azioni divulgative per favorire la conoscenza delle proprietà nutrizionali e salutistiche degli oli extravergini di qualità. Oltre che ridare lustro agli oli salentini, la cui immagine è stata immotivatamente macchiata dal problema Xylella Fastidiosa che – come è ormai noto – non intacca la qualità delle olive e dell’olio, ma di contro, disseccando gli alberi, ha già determinato un calo produttivo del 20% di olive e conseguentemente anche di olio. Infatti, nella nota di Coldiretti Puglia si evidenzia anche che il settore oleario in Puglia sviluppa un fatturato di 522 milioni di Euro l’anno e che il tessuto imprenditoriale del comparto è rappresentato da 270mila imprese olivicole, pari al 22% delle aziende agricole presenti in Italia. Coldiretti Puglia  sottolinea anche che gli oli Dop pugliesi registrano il fatturato più alto d’Italia, che è pari a circa 28 milioni di Euro. Infatti la Puglia conta un riconoscimento comunitario di ben  5 oli a Denominazione di  origine protetta ( ‘Terra di Bari’, ‘Terra d’Otranto’, ‘Dauno’, ‘Collina di Brindisi’ e ‘Terre Tarentine’) ed una produzione complessiva pari a circa 11 milioni di quintali di olive ed oltre 2,2 milioni di quintali di olio. Dati, questi, che danno alla Puglia un’incidenza di produzione olivicola regionale su quella nazionale pari al 36,6% e al 12% di quella mondiale. Una denuncia sui rischi per l’olio pugliese è stata effettuata anche dal direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti, che  con la stessa nota ha dichiarato: “L’olio extravergine di oliva pugliese è sotto continui attacchi da parte degli agropirati senza scrupoli che ‘drogano’ il mercato dell’olio extravergine di qualità con un inevitabile danno a carico del territorio, delle imprese e dei consumatori”. Quindi, per Corsetti la ‘legge salva-olio’, ossia la n. 9 del 2013, va applicata senza se e senza ma e necessita l’accelerazione dell’iter del disegno di legge che stabilisce le nuove norme in materia di reati agroalimentari. Ddl, quest’ultimo, elaborato sulla base delle indicazioni della commissione di controllo nel settore agroalimentare presieduta da Gian Carlo Caselli, noto magistrato e presidente del Comitato scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare. E ciò, ha spiegato il direttore pugliese di Coldiretti, a supporto dell’attività degli organismi di controllo, che hanno uno strumento in più per contrastare frodi e sofisticazioni. Infine, Corsetti  ha concluso facendo presente che “l’aumento costante del consumo di olio di oliva nel mondo” ha portato negli ultimi vent’anni ad “un balzo del 50%” dei consumi  mondiali di olio d’oliva, aprendo grandi opportunità per l’olio extra vergine “Made in Italy”, che però – secondo Corsetti –  deve anche “saper cogliere e per farlo deve puntare sull’identità, sulla legalità e sulla trasparenza per recuperare credibilità anche all’estero”. E per fare questo è necessario per  Coldiretti Puglia che venga introdotto in etichetta il termine minimo di conservazione di 18 mesi dalla data di imbottigliamento, il riconoscimento di nuovi parametri e metodi di controllo qualitativo e l’estensione del reato di contraffazione di indicazioni geografiche a chi fornisce in etichetta informazioni non veritiere sull’origine, che sono solo alcune delle misure previste dal ddl in via di approvazione. Ma basteranno da sole queste misure a risolvere definitivamente i problemi dell’olivicoltura pugliese ed italiana, denunciati dai due massimi esponenti di Coldiretti Puglia, senza una concreta volontà politica di porre termine ad anni di “giochetti” a danno di questo importante e trainante settore dell’economia nazionale? Vedremo.  

 

Giuseppe Palella 

 


Pubblicato il 17 Giugno 2017

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