Cultura e Spettacoli

Anche oggi c’è il mare”

La storia della migrazione ha la memoria corta. Al massimo si spinge alla ‘colonizzazione’ delle Americhe e dell’Australia. Ma in un passato ben più remoto era la regola che popoli dovessero migrare per cercare scampo a carestie, cataclismi e soprattutto nemici. Si pensi al popolo d’Israele, costretto a sottrarsi alla deportazione babilonese o agli Armeni in fuga dal genocidio ad opera dei Turchi. E di lontanissima migrazione sappiamo qualcosa anche noi pugliesi : Nel secondo millennio avanti Cristo, cacciati dalla loro terra (l’Illiria) da più agguerriti popoli dell’entroterra balcanico, i nostri padri Japigi dovettero varcare l’Adriatico per rifarsi una vita sulle nostre coste, dove mescolandosi con le etnie autoctone diedero vita alle stirpi dauna, peuceta e messapica. E ancora la Puglia ha dato un contributo pesante alla causa dell’emigrazione italiana oltre oceano e oltralpe. Ugualmente, ora si storce il naso davanti a un C.A.R.A., si dimentica cosa raccomandano le opere di misericordia corporale a proposito di sete, fame e nudità (ma siamo ancora cristiani ?). Questa fase di transizione storica, cogliendoci impreparati, ha risvegliato in noi il peggio, ed eccoci messi a nudo per quelli che siamo : incoerenti, meschini, rapaci. Sensibilissimo al tema della fuga per disperazione, che è cosa diversa dal migrare per riempire la parte vuota dello stomaco, Nicola Valenzano ha dedicato al tema uno spettacolo, ‘Hijra’ andato in scena al Nuovo Abeliano nell’ultimo fine settimana. Senza risparmio, chiamando a raccolta tutte le forze di Badathea, assemblando recitazione, canto e danza, e con l’azione sostenuta da un ricco contributo iconografico proiettato in maxi schermo, Valenzano racconta ‘di pancia’ un dolore che lo morde da anni. Tanto pathos, che trova giustificazione anche nella gioia straripante di tornare in scena, talora è persino eccessivo. Non importa. Resta la nobiltà del gesto. Dalla fondazione di Little Italy al dramma del Vlora, dalle carrette del mare naufragate nel canale di Sicilia alla tragedia della Katër i Radës (la motovedetta albanese carica di profughi che il 28 marzo 1997 venne speronata nel Canale d’Otranto dalla corvetta Sibilla della nostra Marina Militare), tutto si raccoglie nella forza di un gesto corale e variegato, generoso e vasto. Erano in scena : Carla Bavaro, Daniele Ciavarella, Ugo Maurino, Marika Mascoli, Marilisa Sasanelli, Ernesto Valenzano, Annamaria Vivacqua, Enrico Zambrini (coreografie di Ernesto Valenzano ; scene e costumi Sitarateatro ; aiuto regia : Paola Fiore Donati ; foto : Rosaria Pastoressa).

Italo Interesse

 


Pubblicato il 28 Ottobre 2021

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