Cronaca

Ancora al centro del mirino la questione canili, dove finiscono i soldi pubblici?

Il Comitato garante per i Diritti degli Animali, dopo aver seguito la vicenda dei cani dell’associazione Kimba  di Modugno, gestita dai sig. Dall’Anna, fin dai primi giorni in cui tale emergenza è stata resa nota alle associazioni animaliste e non solo, tramite un social network, ha proposto al dottor Magrone, primo cittadino di Modugno, un protocollo d’intesa finalizzato a trovare delle soluzioni sulla difficile situazione di tutti i canili della zona, con la possibilità di un concreto risparmio di denaro per le casse pubbliche e i contribuenti.Senza ombra di dubbio, è di pubblico dominio che la tragica situazione dei canili ed anche dei canili lager sia datata, e sia stata da tempo portata a conoscenza delle istituzioni di Modugno.I titolari del canile gestito dall’associazione Kimba, i coniugi Dall’Anna, infatti, ormai da tempo hanno fatto pervenire presso le associazioni animaliste e l’amministrazione copiosa documentazione riferita alla condizione della loro struttura e dei cani ospiti.

E’ un dato di fatto che la situazione attuale è per certo da regolamentare, risanare, e tenere sotto controllo; in breve, la proposta dell’UGDA è di poter addivenire a un’ intesa tra comune, associazioni e gestori della struttura, facendo in modo che i cani rimangano sotto la cura e la tutela dei coniugi Dall’Anna, in un’area che copre circa 8000 mq di terreno, spazio in cui gli stessi potrebbero vivere liberi. C’è però la necessità che il comune provveda ad acquistare e fornire mensilmente mangimi e cure. In tal senso una prima stima prevede che l’ammontare forfettario mensile sarebbe da calcolarsi intorno ad una cifra di 1500/1800 euro mensili, per un totale annuo di 21.600 euro.E’ chiaro che ci sarebbe bisogno di aiuto da parte delle associazioni locali di volontariato per affiancare i gestori della struttura nella gestione degli animali, e che 
si dovrebbe procedere alla sterilizzazione obbligatoria dei cani tramite l’ASL veterinaria, come per legge, perché –riferisce la dottoressa Paola Suà, Presidente dell’UGDA- fino ad oggi nessuno avrebbe provveduto alla sterilizzazione degli animali.
Ci sono però alcune considerazioni che vanno fatte, e hanno puro senso pratico: i cani sono circa 160 in quella struttura, e, al prezzo medio di appalto dei canili pugliesi di 1,80 euro a cane per giorno, si ottiene un totale di 105.120 euro all’anno! Una cifra che pare davvero esorbitante per un comune che è stato oggettivamente in grande difficoltà fino ad oggi pur senza entrare nel merito del bilancio comunale.

Tale cifra, d’altronde, data l’attuale crisi economica sarebbe ingente anche per un comune in condizioni floride e cifre inferiori per appalti al ribasso non garantirebbero la sussistenza e il benessere dei cani come previsto dalla legge 281/91. 
Secondo il protocollo d’intesa proposto da UGDA il Comune potrebbe risparmiare più di 80.000 euro del denaro dei contribuenti e, anzi, inizialmente potrebbe proprio non spendere nulla considerato che per quei cani sono stati raccolti fondi, cibo e farmaci in grandissima quantità grazie alla partecipazione popolare da parte di tutta Italia alle raccolte di fondi indette dall’associazione citata nell’ordinanza.

Inoltre, si sa che la situazione locale di randagismo sia fuori controllo perciò i signori Dall’Anna potrebbero fornire un  servizio a costo decisamente inferiore a quello di qualsiasi canile pubblico o convenzionato dove, tra l’altro, non sarebbe garantita la possibilità di adozione dei cani perché la nostra regione pullula di animali vaganti e i cittadini difficilmente si recano nei canili per adottarne e, per di più, gli animali ora liberi sarebbero costretti a vivere perennemente in gabbie.

L’Italia intera si ribella da tempo alle condizioni degli animali nei canili Pugliesi. Infinite azioni di protesta sono state intraprese tanto da aver spinto la stessa regione e prendere dei provvedimenti e a proporre dei tavoli con le associazioni di volontariato. E’ ora che anche gli enti locali scrivano la parola fine in fondo a questa pagina.

 

Anna Deninno


Pubblicato il 10 Gennaio 2014

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