Cronaca

Ancora in lista d’attesa i concorsi per i dipendenti di categoria ‘B’ e ‘C’

Dopo che la Regione Puglia ha scritto rocambolescamente la parola fine alla triste vicenda dei dipendenti retrocessi dalla Corte Costituzionale con un provvedimento nero su bianco adottato dal Servizio Risorse Umane alcuni anni fa, tornano a galla i concorsi da bandire a favore dei dipendenti ancorati alle categorie più basse, con mansioni meramente esecutive. Nel corso del secondo mandato Vendola furono un paio di consiglieri del Popolo delle Libertà a presentare un’interrogazione relativa proprio alla posizione dei dipendenti regionali di categoria A, B e C. Che poi sarebbero i lavoratori ex secondo, terzo e quarto livello, quelli che svolgono funzioni esecutive, le cui aspettative di ottenere una riqualificazione professionale risalgono ormai alle amministrazioni della Prima Repubblica, probabilmente. Gli esponenti della Minoranza avevano chiesto quali erano i tempi presunti da parte dell’amministrazione Vendola per l´indizione del concorso (per interni ed esterni) già concertato con le organizzazioni sindacali per passare alla categoria “D”. Ragion per cui Gatta, Alfarano e Barba volevano sapere in particolare dall’assessore al ramo dell’epoca Alba Sasso di conoscere le decisioni che la Regione  intendeva adottare in merito al fatto che i requisiti previsti per l´accesso ai concorsi di Cat. “D”,  “a seguito di intervenuta modifica normativa in materia”, sono cambiati ed hanno già determinato un  danno morale e patrimoniale conseguente al blocco della carriera, motivo di un eventuale contenzioso. “Va da sè – sottolineavano i tre consiglieri presentatori della interrogazione – che nel caso in cui l´Amministrazione non dovesse concludere la procedura concorsuale avviata ma non portata a termine, i dipendenti potrebbero attivarsi in azioni esperibili relativamente alla perdita di altre occasioni, gravando l´Amministrazione e la Comunità Pugliese di ulteriori spese”. E dire che la Giunta Regionale con regolare delibera aveva proceduto alla sostituzione dei componenti di parecchie commissioni esaminatrici, per la rinuncia di altrettanti nominativi, proprio in relazione ai concorsi interni già banditi per le categorie B e C. Il problema era prima di tutto trovare le risorse in Bilancio con la crisi che c’era e che c’è (problema non facile da risolvere per Vendola e compagni, trattandosi di questioni attinenti…ai lavoratori e non alle loro prebende o vitalizi) e poi pubblicare il relativo bando di concorso per le assunzioni a tempo indeterminato, così come previsto per la copertura di ben novanta posizioni lavorative di categoria C ( titolo di studio richiesto diploma di istruzione secondaria) e trentasei di categoria B. Vale la pena di ricordare, come in verità fecero subito i sindacati autonomi aziendali, che bisognava ricorrere ai centri provinciali per l’Impiego, visto che la Legge prevedeva, infatti, che in caso di bisogno della pubblica amministrazione di figure professionali per le quali sia previsto il solo titolo di studio della scuola dell’obbligo, la chiamata diretta era attuata attraverso l’agenzia per l’impiego.

 

Antonio De Luigi


Pubblicato il 17 Ottobre 2015

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