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Ancora in lista di attesa idonei e vincitori di concorso

A settembre s’è tenuta l’inaugurazione dell’ottantesima edizione della Fiera del Levante, nelcorso della quale è stato addirittura firmato il patto per la Puglia alla presenza del “premier” Renzi e del presidente della Regione Michele Emiliano. Ebbene, mentre all’esterno dello stand per   il   comitato   che   rappresentava   idonei   e   vincitori   di   concorso   in   Regione,   era l’occasione più propizia affinchè tale incontro riguardasse, tra gli argomenti trattati, anche un imminente sblocco del ‘turn over’ nella Pubblica Amministrazione. E invece anche quest’anno rischia di trascorrere senza procedere, come hanno garantito, giurato, promesso e ripromesso almeno un paio di governatori e tre assessori pugliesi alle Risorse Umane, alla collocazione degli idonei negli uffici stessi della Regione o presso enti collegati, in ossequio a quanto stabilito dallo stesso Consiglio regionale con l’approvazione della   mozione   n.64   del   28   luglio 2016 sul   concorso/Ripam   Puglia.   Ciononostante   e indipendentemente dall’esito di questo incontro, il Comitato Vincitori e Idonei confida nell’impegno   dell’assessore   al   Personale,   Antonio   Nunziante,   affinché   si   adoperi concretamente per la realizzazione degli obiettivi indicati dalla suddetta mozione, in ordine all’assunzione   dei   vincitori   e   al  collocamento   degli   idonei,   anche   presso   altri   Enti ed Amministrazioni regionali e locali. Inoltre sarebbe opportuno prendere in considerazione anche il Ministero della Giustizia, che dall’anno scorso ha annunciato un piano di assunzioni straordinarie pari a circa 4mila unità di personale, anche tramite cessioni di graduatorie di altre amministrazioni. Del resto la stessa Regione ha pubblicato una determinazione (n. 349 del 27.05.2015) con la quale si stilava una graduatoria di lavoratori a tempo determinato in attesa di stabilizzazione, non senza richiamare il principio del concorso pubblico, in base all’art. 97 della Costituzione, rappresentante la regola principale per l’assunzione a tempo indeterminato nelle amministrazioni pubbliche. E questo principio –ricordano ancora i componenti del   comitato – può andare   incontro ad eccezioni   stabilite con legge, ma solamente in modo rigoroso e motivato. E così, poiché a tutt’oggi non risulta essere stato predisposto il piano relativo al fabbisogno del personale (assessore Nunziante e dirigente competente, dove siete?), punto di partenza necessario alla organizzazione generale ed in particolare con la previsione dell’esodo incentivante per un totale di 293 unità di personale, le decisioni sul personale diventano a dir poco urgenti. Anche perché il “rinnovamento generazionale” del personale dipendente e il miglioramento dell’efficienza della macchina amministrativa sono in questi mesi sono “…emerse prepotentemente all’attenzione del mondo politico   regionale   e   dell’opinione   pubblica”,   così   come   ha   ricordato   qualche settimana fa il consigliere regionale Alfonsino Pisicchio, primo firmatario di una mozione a favore degli idonei e vincitori di concorso. E non basta. Da una attenta analisi d’un paio di anni or sono dell’Ufficio   Statistico   si   è   rilevato   che   nel   2013   il   personale   regionale   pugliese   aveva l’incidenza di 6,5 dipendenti ogni 10mila residenti, al di sotto della media nazionale pari a 7,2 dipendenti ogni 10mila abitanti. Per quanto riguarda l’età, l’amministrazione regionale pugliese è quella più anziana fra le amministrazioni regionali. L’esigenza di procedere al reclutamento   di   nuovo   personale   a   tempo   indeterminato   è   pertanto ormai​ improcrastinabile. E la stabilizzazione del personale precario, pur costituendo una legittima aspettativa, rappresenta una mera facoltà discrezionale e non un obbligo da parte dell’ente interessato. Insomma, delineare scenari che prevedano l’esclusione preventiva di ogni tutela per gli idonei e contemporaneamente la stabilizzazione a domanda di personale a tempo determinato che non ha superato il concorso, non potrebbe che essere percepita da chi ha partecipato allo stesso, nonché dall’opinione pubblica, come una lesione di quei principi di meritocrazia e trasparenza nell’accesso al lavoro pubblico, che sono al contrariouna parte essenziale del patrimonio accantonato da chi oggi governa la Puglia.

 

Antonio De Luigi


Pubblicato il 24 Ottobre 2017

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