Cronaca

Ancora niente accordo per l’operaio licenziato alla ‘SKF’

Non ha fatto un passo indietro che fosse uno, l’operaio della fabbrica ‘SKF’ di Bari di fonte alle offerte per raggiungere il componimento bonario nel contenzioso ancora in piedi, avanzate dall’azienda per scendere a patti. E così questo pomeriggio, a partire dalle ore quindici e trenta in punto, dinanzi ai cancelli del vecchio Tribunale Civile in piazza De Nicola, a Bari, si terrà un altro presidio-assemblea, promosso dal Comitato contro i licenziamenti della Zona Industriale del capoluogo pugliese. Un presidio come già ce ne sono stati altri nei mesi scorsi, in concomitanza con l’udienza odierna dopo i licenziamenti alla ‘SKF’. <<L’incontro, oltre a portare solidarietà al lavoratore licenziato ingiustamente, verterà sui temi della salute e della sicurezza in fabbrica e di una vera democrazia dei lavoratori e delle lavoratrici e, soprattutto, servirà a manifestare la contrarietà della classe lavoratrice alla proposta del governo Draghi di sblocco dei licenziamenti”, fa sapere in nome del ‘Comitato contro i licenziamenti’, Sabino De Razza. Il quale ci tiene anche a far sapere, per chi fosse interessato a seguire direttamente da casa, che l’assemblea dinanzi al tribunale di oggi pomeriggio verrà trasmessa in diretta Facebook sul gruppo ufficiale del comitato “Uniti con i lavoratori SKF licenziati”. Dunque, pare proprio essere giunto a un punto cruciale, il procedimento contro il licenziamento di Michele Glorioso, l’operaio che dallo scorso anno è stato licenziato dall’azienda ‘SKF’ assieme a un collega. Secondo la multinazionale svedese che produce cuscinetti a sfera per auto, per non aver osservato entrambi le procedure di lavorazione, avendo prodotto -sempre secondo la difesa dell’azienda – cuscinetti difettosi creando, per un danno ammontante a circa 300mila euro.  Ma se l’altro operaio ha accettato il bonario componimento, chiudendo una transazione che gli ha evitato il peso del giudizio, Glorioso finora ha rifiutato tutte le offerte formulate dalla multinazionale svedese, convinto di avere pienamente ragione e di trovarsi innanzi a un licenziamento senza giusta causa. <<Non si licenziano i diritti>>, era scritto in bella mostra su uno degli striscioni mostrati dal comitato il mese scorso, quando una delle ultime udienze era stata rinviata proprio per dare tempo alle parti di ragionare sull’offerta ”tombale? Per scrivere la parola fine al contenzioso. I lavoratori – hanno messo nero su bianco su un altro volantino gli attivisti del comitato –  ingiustamente licenziati non hanno rubato, non hanno sabotato, non sono stati negligenti e hanno sempre continuato a lavorare, anche in condizioni di insicurezza sanitaria. Essi un capro espiatorio, anello debole di una catena aziendale basata su orari e ritmi di sfruttamento del lavoro”. Una condizione che De Razza, che è stato anche consigliere comunale per il Partito della Rifondazione Comunista nelle passate consigliature comunali a Bari, ha già fermamente condannato. Se, come sembra, l’operaio rifiuterà anche oggi l’invito del giudice del lavoro a trovare un accordo con la controparte, presto verrà emessa la sentenza di primo grado nell’ennesima storia di lavoro e sfruttamento all’interno della Zona Industriale di Bari.

Francesco De Martino


Pubblicato il 18 Giugno 2021

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