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Ancora rischio amianto a Torre Quetta

In una calda giornata di inizio aprile, sul pietroso litorale barese di Torre Quetta, si iniziano a vedere già i primi bagnanti che si rilassano sotto un sole quasi estivo. Una fortuna certamente di pochi che, abitando una città costiera, godono delle belle giornate al mare, se non fosse che il fondale di quel mare è ricoperto di amianto. Per far fronte al problema, la Regione Puglia ha stanziato più di sei milioni di euro per il risanamento e la messa in sicurezza dell’area. Oltre alla rimozione di circa duecentosettanta tonnellate di materiali tossici di scarico, a seguito di due studi meteo marini, condotti dal Politecnico di Bari e dall’Università del Salento su richiesta dell’Amministrazione Comunale, si è provveduto a realizzare una diga foranea sommersa, ovvero un’opera di sbarramento per proteggere dall’agitazione del mare lo specchio d’acqua più prossimo alla linea di costa, insieme a una copertura del materiale inquinante residuo con un telo zavorrato da pesanti e massicce pietre. In questa maniera, si è cercato di limitare il più possibile la contaminazione della spiaggia: arginando il mare, infatti, si sarebbe dovuto contenere da una parte il fenomeno di erosione della costa (che avrebbe probabilmente prodotto un’ulteriore dispersione di materiali inquinanti nelle acque) e dall’altro lo spiaggiamento di detriti contenenti amianto.  Tuttavia, nonostante gli sforzi fatti, i risultati si sono rivelati inefficaci. Rispetto alla scorsa estate, Torre Quetta è tornata ad uno stato di degrado e necessita di nuovi interventi oltre che, ovviamente, di nuovi finanziamenti. Ad oggi, passeggiando lungo la costa, per bagnarsi i piedi in acqua, ad esempio, bisogna scavalcare una duna fatta di grosse pietre ammassate che, come una sorta crinale, corre parallela a tutta la battigia. Si tratta di vere e proprie chianche che, per le loro dimensioni, ricordano molto il materiale lapideo con cui è stata fissata la copertura dell’amianto sul fondale. Inoltre i pontili e le piccole piattaforme mattonate, realizzate in prossimità del mare, sono state ampiamente danneggiate dal moto ondoso, a testimonianza del fatto che i lavori svolti non sono stati capaci di smorzare l’intensità dei flutti. La preoccupazione principale, in ogni caso, riguarda senza dubbio lo stato di sicurezza della zona. A lanciare l’allarme sono stati alcuni consiglieri comunali dell’opposizione, facenti capo all’avvocato Domenico Cea  che, organizzando un sopralluogo a Torre Quetta, hanno sottolineato la cattiva gestione del denaro pubblico per la realizzazione di opere e l’urgenza di una nuova verifica sullo stato ambientale.Che Bari galleggi sull’amianto non è una novità per nessuno. Quel che sorprende è che in tanti anni in cui si sono alternate amministrazioni di destra e di sinistra non si sia risolto in maniera definitiva il problema. Il lido di Torre Quetta era stato attrezzato e aperto al pubblico già nel 2002 per volontà dell’ex sindaco Simeone Di Cagno Abbrescia ma, dopo due anni, su ordinanza dello stesso sindaco, fu posto sotto sigilli proprio per la presenza di enormi quantità di materiali contenenti amianto. Per anni, infatti, i camion della Fibronit avevano impunemente scaricato nelle acque baresi rifiuti altamente nocivi per la salute dell’uomo, facendo dei fondali una vera e propria discarica abusiva. Nonostante l’estate fosse alle porte, fu reso inagibile un ampio tratto di costa compreso tra Torre Quetta e Torre a mare. A partire dal 2005, con la Giunta di Michele Emiliano e grazie ai fondi regionali, sono iniziati i lavori di bonifica che, a luglio dello scorso anno, hanno riconsegnato la spiaggia ai cittadini. Contestualmente alla messa in sicurezza, l’amministrazione comunale ha inoltre provveduto alla riqualificazione dell’area attrezzandola con docce, pontili, gazebi, giardinetti e giostrine per bambini. Al di là degli eventuali rischi legati all’amianto, empiricamente constatati dai consiglieri della coalizione di centro destra, sui quali è doveroso un accertamento da parte di specialisti, quel che è sotto gli occhi di tutti è che la spiaggia artificiale dei baresi richiede quanto meno revisione e manutenzione dei lavori fatti.
Lucia De Crescenzio
 
 
 
 
 
 
 


Pubblicato il 9 Aprile 2011

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