Andare a piedi, in sella, in carrozza…
A metà Ottocento le ferrovie erano pressoché sconosciute in Italia. Lungo le coste, quando le condizioni del mare lo consentivano, ci si spostava a bordo di velieri o delle prime navi a vapore. Sul territorio invece si andava a piedi, a cavallo o in carrozza. A piedi, con un bagaglio moderato, più di una trentina di chilometri al giorno non era possibile percorrere, tenuto conto della pessima qualità delle strade, carrarecce dal fondo ghiaioso, d’inverno ai limiti delle percorribilità. A cavallo o in carrozza andava meglio, ma solo leggermente. Ad esempio, quanto tempo andava via per cavalcare da Bari a Barletta e ritorno ? Si calcola che in assenza di temperature estreme e viaggiando in pianura una bestia in salute potesse trasportare il suo cavaliere per non più di un quarto di giornata ad una velocità media di 6-6,5 miglia l’ora. Tenuto conto che un miglio terrestre equivale a 1,609 km., mediamente un uomo a cavallo non faceva più di sessanta chilometri al giorno. Dunque, il cavaliere partito da Bari e giunto a Barletta doveva rassegnarsi a tornare il giorno dopo. Se però a muoversi era un portaordini, il corriere poteva avvalersi del servizio di cambio presso le stazioni di posta, che erano dislocate ogni dodici-tredici miglia. A queste condizioni potevano bastare sei ore per andare e venire tra le due località. E se invece si andava in carrozza? Con una vettura moderatamente carica, in buono stato e con un tiro a quattro era possibile raggiungere la stessa velocità del cavaliere singolo. Tornando a quest’ultima modalità, prendiamo in considerazione interessanti esempi storici raccolti da Nicola Zotti : Nel 357 a. C. Dione, per impedire lo sbarco di Eraclide a Siracusa, riuscì a far correre la sua cavalleria per 125 km in una sola notte. Nel III sec. a. C. Marco Porcio Catone prima cavalcò da Brindisi a Taranto (60 Km.) in mezza giornata, e poi da Taranto a Roma (480 Km.) in altri 4 giorni, con una media complessiva di 120 Km. al giorno, ovviamente non con lo stesso animale. Nella campagna contro Vercingetorige nel 52 a.C. Giulio Cesare coprì 400 Km. in 4 giorni in inverno e attraversando montagne innevate. Ai tempi di Marco Polo un messaggero mongolo percorse con il suo pony oltre 950 km in 16 giorni. Degno di nota anche il caso di un confratello di San Francesco, Giovanni da Pian del Carpine, il quale, sessantacinquenne (!) tra il 1245 e il 1246 portò un’ambasceria papale al Khan dei mongoli viaggiando per circa 4800 chilometri in 106 giorni. Venendo infine a tempi più recenti, nel 1902, la corsa Bruxelles-Ostenda fu vinta dal cavallo Courageaux montato dal luogotenente Madamet, che completò il percorso di 132 Km. in meno di 7 ore. – Nell’immagine, un disegno a china a firma di Giuseppe Palmieri (Genova 1674-1740).
Italo Interesse
Pubblicato il 7 Settembre 2021