Cultura e Spettacoli

Andare per reperti…

abbandonate, non è più il caso di rubacchiare mandorle, olive e chianche o abbattere alberi con la motosega e ricavarne legna da ardere. Il ladro che sa applicare la legge del massimo risultato col minimo sforzo preferisce ‘andare per reperti’. A condizione di aggiornarsi. I tombaroli della vecchia guardia percuotono ancora il terreno con un bastone allargato in basso a tronco di cono : a seconda del suono prodotto, è  possibile individuare ipogei artificiali. Un sistema lento, che richiede pazienza e molto si affida alla fortuna. I tombaroli di seconda generazione preferiscono il metal detector. In entrambi i casi però questi abusivi  dello scavo si trovano nella necessità di muoversi a lungo sul terreno in pieno giorno, il che significava farsi notare e quindi esporsi alle trappole che le forze dell’ordine tendono a notte, quando i tombaroli, tornati sul sito, cominciano a scavare. Ma adesso c’è il drone. Come è noto, la ricognizione aerea permette di dare particolare significato a elementi del territorio che, stando sul suolo, possono passare inosservati. Per esempio, guardando le cose dall’alto al mattino o al tramonto quando la luce è radente, è possibile cogliere micro rilievi che segnalano rovine appena affioranti dal suolo. In assenza di micro rilievi si può fare caso alle anomalie della vegetazione. Le vestigia sotterrate, mutando la composizione minerale e chimica della terra che le ricopre, modificano la fitogenesi del terreno. Per cui, alcuni tipi di resti danno origine a suoli aridi e pietrosi, mentre nei terreni sabbiosi o instabili le piante tendono ad aggrapparsi a strutture ricoperte da terreno. Poi, alcune piante come erba medica ed asfodelo indicano la presenza di calcare, che da sempre è tipica pietra da costruzione. In passato per la ricognizione aerea si faceva ricorso a velivoli da turismo ed elicotteri. Al costo dei mezzi andava aggiunto quello (non meno elevato) di una mole di fotografie, che successivamente andavano analizzate e comparate. Oggi, invece, seguendo su un monitor ciò che la camera attaccata al drone vede, diventa più facile e rapida l’individuazione di siti e necropoli. Risparmiando il 90% del tempo una volta riservato alla ricerca, il tombarolo dell’era globale va a colpo sicuro. Arriva, scava, prende, scappa. Coglierlo in flagranza di reato è divenuto decisamente arduo, tant’è che ora si sente parlare più di traffico di reperti che di tombaroli presi con le mani del sacco.

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 16 Settembre 2020

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