Andrea Oliveri: “Nel calcio bisogna divertirsi e far divertire”
Il centrocampista classe 2003, arrivato in prestito dall'Atalanta
È stato presentato ieri, nella sala stampa ‘Gianluca Guido’ dello Stadio San Nicola, il centrocampista classe 2003, arrivato in prestito dall’Atalanta, Andrea Oliveri. Prodotto delle giovanili bergamasche, Oliveri ha conquistato con la Primavera nerazzurra una Supercoppa di categoria, prima di passare in prestito al Frosinone nella stagione 22-23; con i ciociari ha conquistato la promozione in massima serie, vincendo il campionato di B. Nella passata stagione ha militato tra le fila della rivelazione Catanzaro di mister Vivarini.
La stampa ha investigato sul passato del centrocampista siciliano, chiedendogli delle primissime esperienze e di come sia arrivato nel settore giovanile dell’Atalanta: “Luca Silvani, un osservatore dell’Atalanta, venne a vedere un torneo a cui partecipai quando avevo 12 anni, un Palermo-Inter. L’osservatore mi tenne in caldo perché ero troppo piccolo per partire da solo. Continuai nelle fila del Palermo, dove mi chiamavano il ‘Fenomeno’, e a 14 anni mi trasferii a Bergamo”.
Nella carriera calcistica da esordiente, Oliveri era inquadrato in un ruolo più avanzato, come mezzala o trequartista, sfornando anche diversi gol. Con il passare degli anni, ha trovato continuità come esterno. Su chi abbia forgiato la sua personalità calcistica, Oliveri ha condiviso i suoi ricordi: “Da piccolo giocavo da trequartista o mezzala. Il ruolo mi è stato cambiato nell’anno della primavera all’Atalanta da Gasperini. Mi allenavo da quinto con la prima squadra. Nello specifico, l’Atalanta doveva affrontare la Juve e mancavano molti giocatori. Così Gasperini si mise d’accordo con Brambilla, l’allenatore della primavera, e disputai la prima partita da quinto. Feci una grande partita e, da allora, non mi hanno più cambiato di ruolo. Mi manca sicuramente il gol, ma sono sicuro che inizieranno ad arrivare anche quelli, dato che sto trovando più spazio rispetto agli anni precedenti qui a Bari”.
La trattativa con l’Atalanta per il prestito di Oliveri è stata molto lineare, dato che il giocatore è arrivato nella prima fase di mercato e ha avuto la possibilità di svolgere l’intero ritiro con Longo e compagni: “Ho avuto il direttore Magalini nella scorsa stagione a Catanzaro ed è stato lui che mi ha voluto portare con sé. Cercherò di ripagare questa fiducia. Bari per me rappresenta l’anno della svolta. Non ero mai stato nel capoluogo pugliese, ma amici e parenti mi hanno consigliato di venire qui perché Bari è una bella città e una grande piazza, dove si vive bene, per cui non ho avuto dubbi quando il direttore mi ha chiamato, d’altronde sono anche io del Sud”.
Il prossimo avversario del Bari sarà il Frosinone di Vivarini, il suo ex allenatore: “Quella con il Frosinone sarà una partita impegnativa; conosco bene Vivarini, è un allenatore difficile da affrontare. Andremo tranquilli, ma con molta fame. Non abbiamo dimostrato molto sino ad ora, ma ci stiamo impegnando per mettere in campo tutte le nostre potenzialità”.
Nel Bari Oliveri sta interpretando il ruolo di esterno; su quale giocatore lo abbia ispirato in passato, il numero 7 si è così palesato: “Non mi ispiro a un solo giocatore, ma prendo vari spunti da più calciatori. Longo ci chiede di fare esattamente quello che ha sempre fatto l’Atalanta: gli esterni sono sempre pronti a chiudere l’azione, si accompagnano a vicenda. In telecronaca si sente dire spesso ‘da quinto a quinto’ ed è quello che ci chiede il mister. Sono dinamiche che conosco e a cui sono abituato, per cui mi sto trovando bene, ovvio che bisogna cercare sempre di migliorarsi”.
Su quali consideri i punti su cui bisognerebbe imprimere più lavoro, Oliveri ha riflettuto: “Sto avendo molta fiducia da parte della società e del mister e vorrei dimostrare finalmente quello che posso dare alla squadra. I limiti su cui lavoro da anni riguardano il lato difensivo, ma credo di essere migliorato con il tempo. Vorrei riuscire ad aumentare anche il mio rendimento numerico sul quantitativo di assist e gol”.
Una curiosità che riguarda il centrocampista siciliano è il suo desiderio di giocare in Inghilterra nell’arco della sua carriera calcistica: “Credo che in Inghilterra si esprima il calcio migliore. Negli ultimi anni mi sta piacendo anche il calcio spagnolo, tutto palla a terra, fraseggio nello stretto. Per me il calcio è anche divertimento, è una gioia da vedere e da giocare, non può essere definito un vero e proprio lavoro, per quanto lo sia nel professionismo”. (ph. Tess Lapedota)
T.L.
Pubblicato il 18 Settembre 2024