Cultura e Spettacoli

Anfiteatri sepolti, la risorsa nascosta

Sotto Roma gli anfiteatri segnalavano l’importanza di un centro abitato. Trovarne in Puglia ben otto e distribuiti lungo tutto l’arco regionale ci dice il valore assunto da questo lembo di terra nei giorni fatali dei Cesari. Otto, dicevamo, per quanto i più credano siano solo due da noi gli anfiteatri romani: quello di Lecce e quello di Lucera, che rappresentano i monumenti meglio conservati. Accanto a questi, languiscono in superficie resti mal conservati di cose altrettanto imponenti (è il caso di Egnazia, di Canosa e Ordona). Di contro, nel sottosuolo di San Pietro in Lama, di Manfredonia e Taranto  altri anfiteatri chiedono d’essere riportati alla luce. Occupiamoci di questi ultimi. San Pietro in Lama è un piccolo comune a poca distanza da Lecce nel cui territorio, una volta corrispondente all’antica Rudiae, i Messapi scavarono una struttura ovale da m. 80×40. L’antichissimo anfiteatro di Rudiae, del quale al momento sono visibili solo alcuni tratti del ‘precinzio’, cioè del muro che circonda questa ellissi, è in attesa di un finanziamento pubblico che lo riporti alla luce, all’interno di un futuro e più vasto parco archeologico. Non lo stesso roseo destino attende l’anfiteatro di Manfredonia, collocato nel sito dell’antica Sipontum. Totale l’abbandono in cui versano questi resti : al centro dell’ellisse sorge uno squallido podere edificato (sembra) con materiale strappato ai già miseri avanzi della struttura. Per finire, il caso Taranto. Qui l’esistenza dell’anfiteatro, del quale non si vede una pietra, è inoppugnabilmente testimoniata da autorevoli fonti. Esso ‘dorme’ cinque metri al disotto di Piazza Anfiteatro (che non casualmente si chiama così). Lì si sarebbe potuto e dovuto scavare, mettere in luce, valorizzare. Invece vi si volle edificare un mercato coperto, poi involuto in parcheggio. Successivamente si tentò il recupero della costruzione a scopi scenici. Ma il cantiere del Teatro dell’Innovazione è in abbandono dal 2006… In conclusione, tre possibili ‘esche’ turistiche aspettano d’essere ‘riesumate’ ; e tanto disseppellimento regalerebbe una ghiotta occasione di lavoro per centinaia fra manovali e archeologi. I curiosi, gli amanti della Puglia (più numerosi fuori che all’interno dei confini regionali, duole dirlo) non domandano di meglio. E’ vero, la Puglia non dispone di un Colosseo che possa richiamare un entusiasta (e pagante!) presidente a stelle e strisce, dispone però di una diffusa – ma non ancora coordinata – risorsa archeologica da mettere a frutto. Chissà che l’imminente abolizione delle Province non dia finalmente il ‘la’ ad un piano regionale di ottimizzazione sino ad ora impedito da pastoie burocratiche e gelosie minuscole alimentate dall’esistenza di un Ente obsoleto.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 1 Aprile 2014

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