Cultura e Spettacoli

Angeli e madri, bimbi e fiori

Progetto foto-poetico firmato da Franco Giacopino e Maria Pia Latorre

Torniamo su ‘Esemplare l’umano’, questo progetto foto-poetico firmato da Franco Giacopino e Maria Pia Latorre che a quaranta scatti del primo associa altrettante liriche della seconda. Operazione che può anche essere letta in senso inverso, essendo i contributi di Latorre e Giacopino facce della stessa medaglia. Oltre che esposizione liberamente usufruibile negli spazi della Biblioteca De Gemmis, ‘Esemplare l’umano” è anche un volume edito due settimane fa da Les Flaneurs. Quattro a nostro giudizio gli acuti di questa operazione, quattro momenti in cui parola e immagine avvolgendosi come lo yin e lo yang si protendono con potenza verso la stessa realtà, percepita ed espressa diversamente. ‘Un angelo’, questo il titolo del primo abbinamento considerato, propone piedi da pellegrino penitente in movimento su un selciato che ha dell’imprendibile e che trova consistenza solo nell’ombra disegnata da un sole quasi a picco. L’immagine è accompagnata da una preghiera : “Se vedete il mio Angelo / non ditegli nulla…” L’accoppiata ispira un bisogno di solitudine che si accompagna ad un silenzio interiore percepibile, gonfio di pudicizia, proiettato al di là sia del verso che dell’espressione iconica. In ‘Una madre’ una genitrice viene affettuosamente rimproverata per aver dimenticato di cambiarsi d’abito, il quale vuoto di memoria sembra imputabile alla “troppa abitudine a portare / i panni dei figli / come culla di carne…” In parallelo, nove scatti fermano alcune delle infinite combinazioni in cui su un terrazzo, nel giro di un battito di ciglia, possono presentarsi panni malmenati dal vento. L’emozione congiunta suggerisce un grembo fertile e il fluire possente della Storia. Non meno vibrante si svela l’accostamento intitolato ‘Un bambino e una bambina”: In un denso bianco e nero che odora di anni sessanta un bimbo e quattro monelle da ‘basso’ da borgo antico si offrono all’obiettivo con tenera, infantile tracotanza. In un possibile fumetto sospeso da palline sulle loro teste si può leggere il rimorso, allora che la “mamma piange di nascosto” e la promessa, una volta diventati grandi, di difenderla col l’invisibilità che dona solo il “mantello di batman”. Infine, ‘Mariella la fioraia’ : Un conturbante nudo di donna racconta “dei crochi l’umore / e dei narcisi lo sguardo”. Forse Mariella non può competere con tanta espressione di sensualità, tuttavia quando “vive coi fiori”, quando “parla alle fresie”, quando “ne interroga l’afrore”, lei – che “ogni giorno di vento… gioca di prestigio col tempo” – trascende la bellezza e si fa Bellezza. L’ennesimo, sintonico guizzo di Maria Pia Latorre e Franco Giacopino converge sull’idea che in natura niente meglio d’un fiore richiama il Sublime.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 18 Novembre 2023

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