‘Angeli’ senza portafoglio: niente compensi al personale medico e sanitario
Angeli delle corsie d’ospedale senza portafoglio; i sindacati autonomi baresi che si occupano di sanità, dopo aver già fortemente criticato l’Azienda Sanitaria Locale del capoluogo, tornano alla carica. E cioè fanno daccapo presente (anche per iscritto con missive e comunicati-stampa) al direttore dell’Asl/Bari Sanguedolce, la questione dei ritardi nell’erogazione dei compensi aggiuntivi, chiedendogli di erogare senza altri indugi il restante cinquanta per cento dell’indennità Covid al personale della dirigenza medica e del comparto, ma anche all’intero personale della società interna “Sanitaservice”. Possibile che chi lotta in prima linea contro la maledetta pandemia si debba anche veder negare o arrivare in ritardo indennità e premi aggiuntivi dei quali politici e amministratori si sono riempiti la bocca su giornali e tvr? E difatti. All’Asl di Bari, finora, solo la metà dell’indennità Covid è stata erogata tra personale e dipendenti che abbiamo tutti chiamato “angeli delle corsie”, o “eroi degli ospedali”, eppure fino a oggi solo la metà degli aventi diritto al riconoscimento economico hanno ricevuto l’indennità già stanziata e promessa. Una richiesta, quella dell’integrazione fondi sul capitolo regionale, da erogare in tutta fretta al personale a titolo di incentivi correlati all’emergenza Covid-19 anche perchè sicuramente già stanziati in bilancio, dopo che l’estate scorsa è stata versata una prima ‘tranche’ di quei compensi dovuti dall’ente regionale pugliese. E adesso, proprio mentre la curva dei contagi è al picco più alto, non sarebbe male completare l’erogazione, dopo che ad agosto scorso, come detto, la stessa Azienda aveva comunicato alle organizzazioni sindacali che nella busta paga di agosto era stato corrisposto – a mero titolo di acconto – il 50 per cento della indennità, rispetto ai turni effettivamente svolti e sulla base della valorizzazione della fascia attribuita alla macrostruttura. L’erogazione ha interessato ben 5mila e ottanta dipendenti del personale del comparto e mille cinquecento dipendenti per un totale di 6583 persone, in servizio tra il 15 marzo e il 15 maggio. “”Se in alcuni casi ci sono stati eventuali errori nell’attribuzione dell’acconto, le posizioni saranno sanate nella prossima busta paga di settembre, laddove l’azienda dovesse riscontrare eventuali imprecisioni””, precisavano i dirigenti Asl dagli uffici sul lungomare Starita alla fine dell’estate passata. Ma da allora e cioè da ben sette mesi, di quell’altra metà di erogazioni, non c’è più stata traccia, né notizia. E secondo il segretario Usppi/Puglia Nicola Brescia, le somme andavano erogate già molto prima e precisamente nella mensilità di ottobre 2020, con l’approvazione del Dipartimento regionale della Salute in base all’accordo di cinque mesi prima (28 maggio 2020) firmato anche dall’Usppi e da altre organizzazioni sindacali. Per di più ora torna a galla ancora più prepotentemente, come detto, il rischio del personale sanitario chiamato in prima linea a fronteggiare la recrudescenza del virus proprio dove il virus fa più paura e miete più vittime. Vale a dire negli ospedali. Infatti, coi dati di questi giorni alla mano sulla diffusione del virus, preoccupano ancora di più le condizioni di lavoro e sicurezza di quel personale direttamente a contatto coi malati di coronavirus. “Purtroppo -conclude Brescia – si deve registrare che ancora resta il problema dei fondi integrativi che il personale sanitario, i cosiddetti ‘angeli delle corsie o ‘eroi degli ospedali’, chiamateli come volete, avrebbero già dovuto percepire”.
Francesco De Martino
Pubblicato il 23 Aprile 2021