Cultura e Spettacoli

Angelina faceva la ‘mossa’…

Nella Bari di ieri i nonni usavano intrattenere i nipotini intorno al braciere raccontando storie fantastiche. La più gettonata era quella di Mezzo Culo. Esistono in proposito versioni diverse. La più accreditata è quella che Alfredo Giovine ‘fissò’ nel suo ‘Le storie de nononne Iangeline’ (1967). In sintesi la storia è questa : Una donna di nome Angelina, ma detta Mezzo Culo, presta una padella a una famiglia che deve preparare frittelle con l’intesa che la stessa padella le verrà restituita con qualche frittella. Ma al termine della mangiata, ecco che di frittelle non ne è rimasta nemmeno una. Che fare? Si tenta il bluff racimolando mangime per galline e con esso impastando polpette con ripieno di scarafaggi e topi. Non serve. Mezzo Culo si avvede della truffa e passa all’azione. Armata di un bastone e mascherata come la Morte, Angelina–Mezzo Culo raggiunge la famiglia (nello scivolare più volte lungo le scale opportunamente insaponate si procura fratture multiple), fa strage di tutti, tranne che del capofamiglia in quel momento assente e di un bambino nascosto dentro un vaso. E’ quest’ultimo al ritorno del capofamiglia a dare l’allarme. Allora il padre raggiunge l’assassina e la uccide. Infine, tornato a casa, versa la manna di San Nicola su quei poveri corpi straziati e la famiglia resuscita. – E ora domandiamoci, da dove viene il curioso sopranome di Angelina? Due passi del sapido racconto sono illuminanti : Raggiunta la palazzina dove vive la famiglia, la furente Angelina spalanca il portoncino con un’ancata, cioè con la forza di una sola natica (un colpo di mezzo-culo, insomma). Con la stessa ‘tecnica’ irrompe dopo in casa. Ridiamoci sopra : Angelina faceva la ‘mossa’, imitava Maria Campi, la diva del varietà che nei giorni della Belle Epoque scandalizzava i benpensanti col suo celebre colpo d’anca. Venendo invece alla possibile realtà storica, è cioè al modello di donna al quale si avvicina la protagonista del nostro ‘cunto’, chissà che nella Bari antica non sia vissuta un’Angelina dal fondoschiena sproporzionatamente grande. Povera donna, la dileggiavano tutti, dicevano che facendo la ‘mossa’ poteva buttare a terra un cavallo, rivoltare una bancarella, sfondare un portone… La dileggiavano perché obesa com’era non se l’era presa nessuno e perciò era rimasta nubile, non aveva uno straccio di marito che la difendesse. Ma guai a chiamarla col suo soprannome. Allora Angelina diventava una tigre, era capace di uccidere!… E qui facciamo notare come nel racconto in questione la madre metta in guardia la figlia prima di mandarla a chiedere in prestito la padella : Mai rivolgersi ad Angelina con quel crudele nomignolo!

Italo Interesse 

 


Pubblicato il 13 Gennaio 2015

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