Cronaca

Anna Dalfino: “I canili comunali vanno gestiti dalle associazioni animaliste!”

Anna Dalfino, già consigliera comunale e presidente storica dell’Associazione Cani Abbandonati ha spedito un’accorata “lettera aperta” a tutti gli organi di stampa locali, tornando in argomento su quello che lei stessa definisce il . Punto di partenza l’indagine svolta in Puglia dal Movimento animalista Nazionale, per cui anche il Comune di Bari potrebbe purtroppo rientrare nell’indagine che sta svolgendo il grande Movimento animalista in tutta Italia a proposito delle Convenzioni milionarie che i Comuni, soprattutto pugliesi, stipulano con i canili privati. Ma la responsabilità non va attribuita solo ai Comuni secondo la Dalfino, ma anche alla Regione Puglia “dispensatrice” di Leggi a difesa dei diritti degli animali (L 12/95 –26/06 — 4 / 2010 art.45 ) che mai ha fatto rispettare, “ conservando comodamente” una deroga alla L.12/95 che consentiva, appunto, agli Enti Comunali di utilizzare i canili privati in attesa che fossero realizzati, però a breve, i canili di proprietà comunale. Morale? Sono passati quasi vent’anni da quella data e si continua purtroppo a mandare i poveri cani randagi in questi che non è azzardato definire , strutture fuori legge e senz’anima, definiti anche, a ragion veduta, dalla Commissione nazionale animalista, luoghi da terzo mondo. Luoghi che i Comuni continuano a sostenere con Convenzioni milionarie che, se fossero risparmiate accellerando la costruzione dei canili comunali, sarebbero potute servire, nel tempo, a realizzare non canili a 5 stelle, ma almeno strutture dignitose per povere bestie abituate a vivere per strada, in ambienti malsani, maltrattati dalla cattiveria umana che purtroppo non ha limiti. Anna Dalfino, insomma, continua a battersi per i nostri animali bisognosi solo di un po’ di cibo e soprattutto di calore umano. E cioè di quel rapporto tanto decantato dall’art.1 della Legge regionale12/95. <>. La morale della favola? L’A.C.A. della Dalfino,dopo anni di lotta al randagismo e di gestione di migliaia di cani randagi di tutte le specie è stata purtroppo la prima vittima di questo business milionario che il Comune di Bari offriva grazie alla sua inadempienza nella realizzazione del Canile comunale,alla struttura privata della Mapia srl sulla pelle dei “nostri “700 poveri animali sino a quel momento assistiti con tanto amore e tanto spirito di sacrificio dalla mia Associazione su un piatto d’argento, dato che erano tutti sverminati, vaccinati, sterilizzati, aventi tutti un numero di codice con relativo nome che chiaramente finito il trasferimento, fu eliminato in quanto, spiega ancora la presidente A.C.A., <<…ci dissero non risultavano più nostri. Questo è stato il primo segnale di differenza fra privato e Associazione. Il cane era diventato un oggetto in mano a personaggi aventi fine di lucro..Ed il Comune di Bari questo lucro continua a fornirlo secondo l’ex consigliera di Emiliano, pur essendo costoro fuorilegge in quanto detengono più di duecento cani in barba alla legge 26/2006 e grazie alla compiacenza proprio del Sindaco Emiliano. Ma adesso siamo per fortuna alla fine di questa situazione d’incertezza per Anna Dalfino, situazione che viene a piene mani caldeggiata dall'assessore all'Ambiente Maria Maugeri,e dal direttore della Ripartizione Ambiente Campanaro, ai quali bisognerebbe suggerire di meditare prima di affidare la gestione delle strutture comunali che, secondo le ultime proposte, potrebbe finire in mano ad aziene municipali come l’Amiu e che invece, Anna Dalfino lo ripete una volta per tutte, spetta per legge alle associazioni animaliste.

Francesco De Martino


Pubblicato il 12 Febbraio 2013

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