Il Pd pugliese prepara il licenziamento dell’on. Marco Lacarra dalla segreteria regionale del partito. E’ questa, infatti, la sensazione che alcuni addetti ai lavori della politica locale hanno avuto già dallo scorso marzo, ossia da quando il segretario nazionale dei dem, Enrico Letta, ha nominato il responsabile per gli enti locali, il pugliese Francesco Boccia, a commissario “ad acta” per la celebrazione del congresso regionale del Pd in Puglia. Una sensazione confermata ieri dal fatto che Letta, nella prima seduta della direzione nazionale del partito dopo i ballottaggi di domenica scorsa, ha sottolineato: “Dobbiamo concentrarci sulle cose non più rinviabili, penso ai congressi in Puglia e Sardegna”, precisando che “tutti gli altri congressi li facciamo dopo il voto”. Una dichiarazione, questa del segretario nazionale dem sulla richiesta di rinnovamento dei vertici regionali del Pd in Puglia ed in Sardagna, che non poteva forse essere più esplicita. Infatti, anche in Sardegna, come nella nostra regione, Letta ha insediato da alcuni mesi un commissario “ad acta” per il congresso, il deputato Enrico Borghi, a seguito della particolare situazione locale, interna al partito. In Puglia – come si ricorderà – Letta già lo scorso novembre aveva bloccato le operazioni propedeutiche al congresso regionale effettuate da Lacarra e che si sarebbe dovuto tenere entro la fine del 2021. Un’assise congressuale che verosimilmente era stata pianificata dallo stesso Lacarra per una sua riconferma alla guida del Pd pugliese, ma che però era stata contestata da alcuni iscritti per talune modalità regolamentarie adottate e contrastanti con lo statuto del Partito democratico. Infatti, a seguito di un ricorso presentato alla Commissione nazionale di garanzia da tre iscritti pugliesi e, poi, accolto dalla stessa Commissione, il segretario Letta dovette sospendere l’attività effettuata da Lacarra per il Congresso pugliese e nominare commissario un funzionario degli uffici romani di Largo del Nazzareno, Riccardo Tramontana, per verificare il lavoro effettuato dal segretario pugliese e, poi, procedere alla celebrazione del congresso entro il 31 gennaio del 2022. In realtà, Tramontana dopo qualche mese dal suo insediamento a Bari ha rinunciato all’incarico e la situazione interna al partito di Letta in Puglia, per il congresso regionale, era ritornata al punto di partenza. Ossia, Lacarra in proroga di mandato ha continuato a svolgere la funzione di segretario neppure più affiancato dagli organi collegiali scaduti da tempo. A fine marzo, poi, a seguito delle note vicende legate in particolar modo a quanto accaduto per le amministrative di Barletta, la svolta di Letta con la nomina di Boccia a commissario pugliese per il congresso, con il perentorio mandato del segretario nazionale ad organizzare il congresso pugliese del Pd, e quindi anche per la scelta del segretario regionale, entro la fine dell’autunno 2022. Ovvero prima dell’inizio delle operazioni di scelta delle candidature per le politiche del prossimo anno. L’accusa maggiore mossa a Lacarra da chi nel Pd pugliese ha messo da tempo in discussione la sua gestione è di essere stato, più che il segretario politico del Pd, il “segretario” del governatore pugliese, Emiliano. Infatti, secondo costoro, il presidente della Regione Puglia, pur non essendo più né dirigente politico del partito, né (per le note ragioni di incompatibilità) iscritto, ha comunque continuato a dirigerlo effettivamente dall’esterno attraverso Lacarra, con scelte che spesso non erano né condivise al suo interno, né tantomeno erano in linea con indicazioni a carattere nazionale (vedi da ultimo il “caso” di Barletta). Insomma, la scelta di Letta di procedere con i soli congressi regionali di Puglia e Sardegna prima delle politiche ha sicuramente un significato importante per il partito in queste due regioni. Ed in Puglia il significato è forse chiaro. Ovvero voler sganciare la conduzione del partito da quelli che potrebbero eventualmente essere i condizionamenti sulla linea politica e sulle dinamiche interne al partito stesso, da parte da parte di coloro che sono coinvolti nel governo delle istituzioni. E se fosse effettivamente così, allora non è difficile ipotizzare un imminente “licenziamento” di Lacarra da segretario regionale del Pd e l’arrivo di un nuovo segretario alla guida del partito prima delle prossime elezioni politiche. Chi? E’ forse ancora presto per azzardare nomi, ma sicuramente l’identikit politico dovrebbe essere stato già tracciato nelle stanze romane di Largo del Nazzareno. Anche perché il prossimo nuovo segretario pugliese del Pd dovrà gestire la formazione delle liste nella nostra regione per le politiche del 2023 e non è da escludere che in tale ruolo gli venga assegnato (come è stato in passato per Lacarra) anche un posto sicuro per l’elezione in Parlamento. Perciò, di certo, dovrà essere anche una figura non soltanto non sgradita a coloro che hanno contestato la gestione Lacarra del Pd, ma soprattutto in sintonia con la linea lettiana del partito e non soltanto con i desiderata pugliesi di “Emiliano & C.”
Giuseppe Palella
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