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Annata di piena, ma non da record per l’olivicoltura pugliese

Le stime di "Coldiretti-Puglia" per la campagna olivicola ed olearia appena avviata

Un’annata olivicola di piena in Puglia, quella appena iniziata, ma non da record come quella del 2003-2024. Infatti, la campagna olearia 2025-2026 perché conferma le aspettative solo in parte, in quanto segue ad un’annata di “scarica”, quella del 2024-2025 per l’appunto, facendo registrare un incremento di circa il 40% della produzione olivicola complessiva in Puglia rispetto allo scorso anno e con un segnale di una ripresa vigoroso, anche se disomogeneo sul territorio regionale, ma con un decremento che si aggira introno al 10-15% in meno rispetto alla produzione di due anni or sono. Difatti, secondo un’analisi congiunta di Coldiretti Puglia, Unaprol e Puglia-Olive lo scenario pugliese appare fortemente disomogeneo tra le diverse zone olivetate regionali e con aziende olivicole dotate di impianti di irrigazione che sono riuscite a salvaguardare la produzione dopo l’allegagione, mentre quelle prive di irrigazione hanno subito già in fase di post fioritura una significativa compromissione dell’allegagione, con conseguente contrazione della produzione. Secondo quanto riferisce “Coldiretti Puglia”, in Capitanata gli uliveti ad alta densità presenti nelle aree di Borgo Incoronata, Apricena, Cerignola e nel subappennino dauno hanno subito perdite dovute alle gelate primaverili che hanno compromesso parte della produzione. Diversa la situazione sul Gargano, dove i monitoraggi indicano modesti cali di produzione, ma con un aumento medio del 50-60% rispetto alla scorsa campagna. Più critica, invece, la situazione nella zona del Barese, tra Palo del Colle, Grumo e Toritto, colpita da una violenta grandinata il 30 agosto 2025 e che ha causato la perdita del 40-45% del prodotto sulle piante in un’area di circa 7 chilometri quadrati, compromettendo in parte il potenziale produttivo del territorio. Mentre nel nord Barese si prospetta una buona campagna olearia sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. Infatti, secondo le stime di “Coldiretti Puglia”, anche se non verranno raggiunti i livelli record della stagione 2023-2024, l’incremento produttivo, rispetto alla scorsa campagna olivicola, sarà tra il 40 e 60% in più. Ad incidere in modo decisivo sull’esito produttivo è stato l’andamento climatico dell’estate 2025 perché, da un lato, le alte temperature e la prolungata afa hanno fatto lievitare i costi di produzione, costringendo gli olivicoltori a un’irrigazione costante delle piante, per salvaguardare la produzione e dall’altro, il caldo torrido di luglio e agosto ha avuto un effetto positivo sul fronte fitosanitario, bloccando la proliferazione della mosca olearia e garantendo drupe sane e ben formate. Nel complesso, le stime di “Coldiretti” indicano una produzione media superiore al 50% rispetto allo scorso anno. Risultato, questo, che conferma la tenuta del comparto e la buona qualità delle olive destinate alla molitura nei frantoi della zona. In provincia di Lecce l’annata olearia 2025-2026 segna una flessione stimata di circa il 20% rispetto alla precedente campagna 2024-2025, a causa di un andamento climatico sfavorevole che ha inciso in modo pesante sulla produzione di olive. Nei primi giorni di aprile, infatti, una serie di gelate improvvise ha colpito molte aree olivicole, compromettendo gran parte dei bottoni fiorali (mignole) e vanificando in buona parte le potenzialità produttive. Quindi, il danno per quest’annata si traduce in una riduzione complessiva superiore al 20% rispetto ai livelli raggiunti nella stagione del 2023-2024, anch’essa considerata di carica. Secondo le prime valutazioni tecniche, la flessione produttiva potrebbe essere legata anche a fattori varietali. In particolare, la cultivar resistente alla Xylella fastidiosa, nota come “Favolosa”, che inizialmente presentava una buona prospettiva di raccolto, ha subito un crollo quasi totale della produzione, a causa della cascola dei fiori non ancora aperti, verificatasi subito dopo le gelate. Un quadro che conferma come il cambiamento climatico — con eventi estremi sempre più frequenti e imprevedibili — rappresenti ormai un fattore determinante nelle sorti delle produzioni agricole, imponendo nuove strategie di adattamento, per salvaguardare redditività e qualità del prodotto. Nelle province di Taranto e Brindisi la Xylella incide ormai sulle quantità raccolte rispetto alle medie storiche – ha rilevato ancora “Coldiretti Puglia” – anche se per l’annata di quest’anno a Brindisi si stima appena un +15% di olive raccolte, mentre a Taranto si raggiungerà circa il 25% in più, pur registrando attacchi di mosca olearia a macchia di leopardo. “Coldiretti-Puglia”, in fine, ha ricordato che l’ulivo in Puglia è presente su oltre 370mila ettari di terreno coltivato e che la coltivazione dell’olivo è la più estesa del territorio regionale (circa il 64% della superficie agricola totale utilizzata nella regione a fini agricoli), interessando complessivamente ben 148.127 aziende agricole (ovvero il 43% del totale delle imprese agricole pugliesi) e con una produzione, tra l’altro, di ben 5 varietà di olii extravergine Dop ed  una di Igp “Olio di Puglia”. Pertanto, ha concluso “Coldiretti”, l’olivicoltura pugliese è la più grande fabbrica green del Mezzogiorno d’Italia con 60 milioni di ulivi, che rappresentano il 40% di piante d’ulivo del Sud e circa il 32% del comparto olivicolo nazionale e l’8% di quello comunitario ed un valore di Pil (Produzione lorda vendibile) che supera di oltre il miliardo di euro per l’olio extravergine di oliva prodotto.

Giuseppe Palella


Pubblicato il 14 Ottobre 2025

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