Cronaca

Ansa di Marisabella, cantiere chiuso e niente “Via” per i lavori

A novembre del 2012, in seguito all’aggiudicazione definitiva dell’appalto alla “Grandi Lavori Fincosit SpA, con un ribasso addirittura del 27,57%, la qual cosa aveva lasciato molto perplesso il battagliero Comitato ‘Fronte del Porto’ guidato da Matteo Magnisi e Silvana Grilli sulla qualità futura dei lavori di un’opera assai complessa (per un importo di 42 milioni e 358 mila euro), dopo una serie di ricorsi delle imprese partecipanti all’appalto, si aprì il cantiere nell’ansa di Marisabella. In ballo, come detto, la realizzazione di 300mila metri quadrati di piazzali, 1350 metri di banchine e il dragaggio di 10metri di profondità  (l’ansa di Marisabella ne conta 3 di metri di profondità) di fondali rocciosi  con l’utilizzo della dinamite. Circa un anno dopo e precisamente a dicembre  2013, con ben cinquantotto cittadini ricorrenti, il Comitato – pur comprendendo la difficoltà del risultato per un’azione obiettivamente  tardiva –  tentò con l’Avv. Luigi Paccione la strada dell’ atto stragiudiziale, diffidando  il Ministero dell’Ambiente Andrea Orlando e il Presidente della Giunta Regionale  ad attivare la procedura di VIA per l’opera della colmata,  il cui appalto era stato ormai aggiudicato definitivamente. Non si ebbe riscontro positivo di questo ricorso, o meglio, non si ebbe riscontro, se non la chiusura incomprensibile  del cantiere dopo alcuni lavori di rimozione-terra, durati alcuni mesi. Con tanto di rimozione, bisogna dirlo, del cartellone di cantiere.  Il  comitato non  ha tuttora elementi certi per ricavarne  una motivazione  di causa-effetto. Forse il cantiere si è chiuso per autorizzazioni di escavazione e dragaggio scadute, in quanto risalenti alla prima colmata (anni 90 del 900)?, forse per l’ assenza dei parerei paesaggistici?, forse per  l’assenza di una VAS (Valutazione ambientale strategica) della Regione? O ancora per mancanza di fondi trasferiti? O solo per conflitti tra impresa aggiudicataria e impresa esclusa? Di certo fino a oggi  la situazione è ferma, il cantiere non è stato riaperto,  ma il comitato non ha abbassato la guardia. A questo punto giova sapere che la pianificazione del porto è cosa diversa dalla pianificazione della città: doveroso fare questa premessa,  per un’esigenza di conoscenza della situazione, visto che siamo in pieno contesto di un nuovo PUG per la città di Bari. Quale migliore momento è questo per tentare di dare una risposta a questa domanda: la pianificazione del porto è cosa diversa dalla pianificazione della città? In  questi ultimi anni, spiega ancora Mgnisi, abbiamo assistito e assistiamo, sempre in tema di area  portuale, come è a tutti noto, alla costruzione della  nuova palazzina per uffici che è sorta nei giardini del Genio Marittimo all’interno del porto di Bari, nonostante i vecchi vincoli della Sovrintendenza (Area Castello Svevo) esistenti e rilevati dalla stessa amministrazione comunale con l’assessore Tedesco  e nonostante la palese  contrarietà del  Comune, che sinceramente parecchie associazioni del “Comitato Parco del Castello” avrebbero non voluto vedere  ritirarsi dalla costituzione di parte civile per la palazzina “abusiva”. Proprio  in una fase, vale la pena precisarlo, in cui il Consiglio di Stato ha ammesso il ricorso e ha aperto la discussione nel merito. A volte il conflitto tra Istituzioni, seppur problematico, per l’ex consigliere Magnisi e gli altri volontari e associazioni ancora impegnate in prima linea per salvare la zona del porto di Bari, può essere non solo doveroso, ma utile. Anche quest’area è certamente  un’area che non può essere considerata solo un’area del porto, in  una atavica concezione dell’autonomia portuale, ma un’area della città intera, per gli  obiettivi collettivi che anche l’altro Comitato “Parco del Castello” intende perseguire. 2.3 (continua)

 

 

Francesco De Martino

 


Pubblicato il 30 Marzo 2017

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