Antigone, poesia da strada
Sabato scorso al Teatro Osservatorio era in scena un’Antigone ben lontana dall’immagine alla quale la cultura egemone ci ha abituati. Un’Antigone clownesca, simile più a un’artista di strada, a un parto postumo della beat generation che al gigante tramandato dal mito e poi celebrato da Sofocle. Però viene da chiedersi : Che sarebbe stato della figlia d’Edipo e Giocasta se il perfido Creonte invece che ad essere murata viva (con tutto quello che ne conseguì) l’avesse condannata all’esilio? Possiamo immaginare la giovane e nobile donna snobbare l’idea d’una qualche sanguinosa vendetta e andare raminga diffondendo altro Verbo, espresso da quella poesia che celebra l’amore e la voglia di prestare ascolto a vinti e giusti emarginati. Poi un giorno incontra un altro sventurato, un povero aedo cui la solita ‘oltraggiosa Fortuna’ abbia tolto la voce ma non (ah, Cielo generoso) l’arte di pizzicare la cetra e con esso forma un ‘duo’ da strada che vive della carità d’un pubblico occasionale ma curioso. Proiettando le cose in avanti di qualche migliaia d’anni, eccoci sul palco del Teatro Osservatorio dove Mademoiselle Antigone (ma che razza di nome ‘sti genitori), in rotta di collisione con gli esasperanti costumi della civiltà globale, scelto per compagno Monsieur Guitare, clochard muto e musicista, si guadagna il pane regalando ai passanti schegge di poesia. Così ci è piaciuto leggere questo ‘Postpoetry road 17’, un progetto nato da un reading per la radio web della compagnia Notterrante, diretto da Mariella Soldo e interpretato da Barbara De Palma accompagnata da Raffaele Montesano. Liriche di Delia Cardinale, Barbara De Palma, Giovanni Gentile, Valentina Gaglione, Pippo Marzulli, Raffaele Montesano, Ilaria Palomba, Mariella Soldo, Sabrina Tarabella, Antonella Taravella, Paola Tinchitella e Daniele Vergni divengono nell’azione congiunta di due affiatati Pierrot materia per un suggestivo affresco urbano che odora di notte di luna, di sogno e incantamento : “Nascondiamo l’arte sotto le suole per proteggerla. Scarpe consumate, da notti passate a raccontarci il mondo. Il mondo, quel piccolo pulviscolo che stringiamo tra le mani e come per magia, quando la luna è alta, scompare…” Ben diretta, la De Palma racconta assai bene, specie col corpo, questa gioia di farla franca, di sottrarsi al contagio di un prossimo strutturalmente nemico della poesia ; pazienza per il prezzo (esoso), ovvero una solitudine devastante o lo sgomento di ritrovarsi ‘vivi’ in così pochi e con cautele da cospiratori. Apprezzabile anche il lavoro di Raffaele Montesano che alla chitarra esegue personali composizioni.
Italo Interesse
Pubblicato il 27 Febbraio 2013